Avete presente quei disegni colorati, geometrici e ricchi di dettagli, che non possono fare a meno di attirare la vostra attenzione? Sono i mandala, retaggio del mondo buddista, con cui i monaci compiono un viaggio all’interno di se stessi. Antica forma di meditazione, i mandala si configurano come un processo creativo attraverso il quale purificare lo spirito, connettersi con l’io più profondo e trascendere l’esistenza. Ma non c’è bisogno di essere un monaco buddista per creare un mandala: disegnare e colorare questi misteriosi disegni è una pratica alla portata di tutti e vi aiuterà a trovare l’equilibrio interiore e a favorire la crescita personale.
La pronuncia corretta di questa parola vuole l’accento sulla prima sillaba ed è un termine di origine sanscrita che vanta numerose interpretazioni, anche se la più accreditata definisce il mandala come una rappresentazione geometrica del mondo e dell’universo. In questo disegno compaiono cerchi concentrici, quadrati e triangoli, impreziositi da rappresentazioni di divinità e motivi floreali, inseriti in altrettante figure geometriche.
Il cerchio più esterno, dentro al quale si sviluppa il mandala, simboleggia la coscienza metafisica, mentre ai 4 punti cardinali sono solitamente poste delle torri, che rappresentano i guardiani della coscienza; il cerchio centrale, che spesso è rappresentato da un semplice punto, è il simbolo della vita, dell’origine da cui tutto ha inizio.
I quadrati incastonati fra questi due cerchi esprimono il pensiero razionale e i triangoli la direzione che l’individuo vuole imprimere alla propria vita, mentre le foglie, i fiori e i vari elementi che arricchiscono il mandala rimandano spesso a concetti quali l’illuminazione (intesa in senso buddista) e la crescita personale.
Per i monaci buddisti la creazione di un mandala è soprattutto un esercizio spirituale, una meditazione da compiere in compagnia di altri fratelli per raggiungere un piano più trascendente, imparando a distaccarsi da tutto ciò che è materiale: vi sembrerà stravagante, ma per fare ciò, dopo ore e ore di lavoro, infatti, i monaci distruggono la loro opera, rimettendo in circolo il processo di creazione-distruzione-creazione che è alla base della loro dottrina spirituale.
I mandala buddisti, famosissimi quelli tibetani, vengono creati facendo defluire polveri finissime di ogni colore, attraverso delle piccole cannucce, riempendo con cura la struttura del disegno precedentemente realizzato. Il movimento della mano necessario a far fluire la sabbia colorata, che deve necessariamente essere lento e misurato, favorisce la meditazione, il distaccamento dai pensieri terreni e il processo di elevazione spirituale. Questo lavoro può richiedere anche mesi di lavoro e quando il mandala è terminato, all’interno di una piccola cerimonia, il capolavoro viene distrutto, solitamente gettando le polveri in acqua: questo rituale ha una forte valenza simbolica, dal momento che a fondamento della dottrina buddista c’è il principio dell’impermanenza, ossia la consapevolezza che tutto ciò che esiste è destinato a morire.
Anche se non siete buddisti, dovete provare: i mandala, come terapia per lo spirito e la mente, sono estremamente efficaci. E non c’è bisogno di procurarvi sabbie colorate e cannucce di bambù: vi basterà creare o stampare mandala da colorare e, utilizzando pennelli o matite colorate, immergervi in questa meditazione e beneficiare della calma e della lucidità che saprà regalarvi!
Grazie a tutti!
Andrea