“La malattia non è una crudeltà e nemmeno un castigo, ma unicamente un correttivo: lo strumento di cui si serve la nostra Anima (l’Io Superiore) per indicarci i nostri errori, per impedirci di commetterne altri, combinando così nuovi guai, e per riportarci sulla via della Verità e della Luce, dalla quale non avremmo mai dovuto allontanarci”
In questa lunga citazione di Edward Bach è racchiusa tutta la sua filosofia, che ha lo ha guidato per anni nella ricerca scientifica sulle proprietà terapeutiche dei fiori. Dai suoi studi, le sue ricerche e dalla convinzione che per curare il malato fosse necessario intervenire sull’individuo e non sulla patologia in sé, nacque la moderna floriterapia e i rimedi floreali da lui messi a punto sono conosciuti in tutto il mondo con il nome Fiori di Bach.
Tutti voi avrete sentito parlare dei Fiori di Bach, ma ben pochi conoscono la vita di questo medico-omeopata inglese, nato a Mosley, nel Galles, nel 1886. Di costituzione fragile e animo sensibile, Edward Bach cresce in mezzo alle campagne, a contatto con la natura e chissà che non sia stato proprio questo contesto a inspirargli le intuizioni che oggi sono alla base della floriterapia moderna.
Dopo una breve parentesi nella fonderia del padre, Edward Bach decide di intraprendere gli studi medici e si laurea a Londra nel 1912. Il suo primo incarico come medico è quello di dirigere il pronto soccorso dell’University College Hospital, ma in breve diviene assistente nel reparto di batteriologia e immunologia. Quest’esperienza ospedaliera è per lui illuminante: rimane molto colpito dal fatto che i medici si occupino più di curare le malattie, che non l’essere umano nel suo complesso e, desideroso di rendersi davvero utile per i malati, lascia l’incarico e approfondisce i suoi studi sull’immunologia.
Ma proprio mentre la sua carriera di ricercatore prende il volo, Edward Bach si ammala di tumore e gli vengono dati 3 mesi di vita. L’omeopata inglese non si arrende e continua i suoi studi con più passione di prima e, forse, è stato proprio in quel momento che prende coscienza del fatto che la guarigione può scaturire solo da una vera pace interiore, frutto di una profonda accettazione del sé.
Passano i mesi ed Edward Bach non solo non muore, ma il suo lavoro si allarga su più fronti e produce un gran numero di pubblicazioni.
Dall’avvicinamento all’opera di Samuel Hahnemann, il medico gallese approfondisce lo studio delle malattie croniche correlate con le intossicazioni intestinali ed enuncia quello che sarà il paradigma di tutta la sua ricerca: le malattie insorgono come risposta ad un’alterazione emozionale, pertanto riportando in equilibrio lo stato psico-emotivo è possibile alleviare un gran numero di fastidiosi sintomi legati a patologie, anche molto gravi.
Inviso alla comunità scientifica dell’epoca e minacciato più volte di espulsione dall’ordine dei medici, Bach chiude il suo studio londinese, rinuncia all’iscrizione all’ordine e si ritira nei luoghi della sua infanzia, dove trascorre il tempo passeggiando per le rigogliose campagne del gallesi e, grazie al suo intuito e alla sua incredibile sensibilità, si accorge delle capacità vibratorie dei fiori e delle loro capacità terapeutiche.
Da questa osservazione partono i suoi studi sui rimedi floreali e fra il 1928 e il 1931 vengono scoperti i cosiddetti “12 Guaritori”, i fiori tipologici che intervengono su aspetti problematici della personalità, correggendola e permettendo all’individuo di ritrovare pace interiore ed equilibrio:
• Mimulus per la paura
• Cerato per la mancanza di fiducia in sé
• Scleranthus per l’incapacità di scegliere
• Centaury per la debolezza
• Impatients per l’iperattività
• Agrimony per cancellare le maschere esteriori
• Chicory per l’egoismo e l’invadenza
• Vervain per il fanatismo e l’eccesso di entusiasmo
• Clematis per l’indifferenza
• Gentian per la depressione e lo scoraggiamento
• Rock Rose per il panico
• Water Violet per la chiusura e l’isolamento
Edward Bach muore a cinquant’anni per ischemia cardiaca, ben 19 anni dopo la diagnosi di cancro. Ci lascia complessi e approfonditi studi innovativi, ma, soprattutto, un nuovo approccio alla malattia che, per la prima volta, riconosce l’individuo come un insieme psico-fisico da curare nella sua totalità. Un approccio olistico ben poco diffuso all’epoca, che oggi sopravvive nei suoi studi e nel grande successo ottenuto, nel tempo, dai Fiori di Bach.
Grazie per l’attenzione!
Andrea
Se desideri approfondire l’argomento ti consigliamo la lettura dell’Opera completa di Edward Bach. La puoi trovare qui: amzn.to/2BCdcUw
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Memento:
Ci sono delle situazioni in cui il rimanere nel passato ha una valenza patologica importante, è fondamentale capire quando una situazione è lieve e quando invece occorra affidarci a medici esperti.
Come sempre, come per tutti i Fiori, la Floriterapia è adatta a tutti, non crea interferenze con nessuna cura farmacologica.
Mai e poi mai va a sostituirsi ai consigli e alle prescrizioni del tuo medico!!!