In un precedente articolo avevamo parlato del massaggio prima di una prestazione sportiva, oggi, invece, affrontiamo la tematica del massaggio sportivo in post gara.
Il massaggio post gara è tale solo se avviene nell’immediatezza della fine della prestazione, se effettuiamo il nostro trattamento il giorno dopo questo rientra in una fase di decontratturante o di massaggio sportivo infrasettimanale.
Può avvenire dieci/quindici minuti dopo la fine della competizione o dopo un paio di ore, tutto dipende da come è organizzato il nostro lavoro e soprattutto la fase di defaticamento del nostro atleta, agonista o non agonista che sia.
L’obiettivo del massaggio è quello di defaticare la muscolatura e di rendere più veloci i tempi di recupero.
Le manovre chiave di questo trattamento saranno, quindi, quelle profonde e di resistenza come l’impastamento, la percussione e la vibrazione, unite a zone di pressione per andare a lavorare sulla muscolatura più interna.
L’impastamento si utilizzerà come movimento di resistenza per sollevare il muscolo e rivitalizzarlo, riossigenarlo in modo più o meno profondo in base al lavoro svolto dal muscolo stesso.
La scelta della durata del massaggio va effettuata in comune accordo con il nostro ricevente: può essere anche semplicemente un massaggio veloce di una decina di minuti in una singola zona, soprattutto se poi si opta per soluzioni come sauna o bagni defaticanti.
L’importante è che il nostro lavoro sia il più efficace possibile e questo significa posizionare il nostro ricevente in modo da avere il muscolo esposto: gamba piegata verso l’interno o l’esterno, braccia in posizione idonea al trattamento, testa in rotazione se devo detensionare la muscolatura del collo, e così via.
Come in tutto il massaggio sportivo, l’operatore deve avere la capacità empatica di entrare nella testa del suo ricevente e capire se parlare e cosa dire. Non dobbiamo avere l’intento di un massaggio rilassante, perché non ci troviamo in questo campo. Soprattutto nell’immediatezza della prestazione, il nostro ricevente ha spesso bisogno di rivivere mentalmente il tutto per capire cosa e dove ha sbagliato o cosa e dove poteva comportarsi diversamente. Difficilmente si addormenterà durante il trattamento perché il massaggio gli serve anche come feedback mentale sulla risposta muscolare, per capire come allenarsi nel futuro e quale muscolo effettivamente ha subito di più nella gara.
Il massaggio non deve mai essere un obbligo, men che mai in questi casi. Se la persona è troppo nervosa, irosa per una prestazione non all’altezza delle aspettative, forse è meglio che scarichi la tensione in modo diverso dal distendersi sul lettino. Idem se si sente eccessivamente disidratato o provato dalle temperature estreme (caldo o freddo) in cui ha svolto l’attività.
Assoluta attenzione nel caso di infortuni o sospetti infortuni: il massaggio è tassativamente vietato ed anzi è pericoloso in caso di stiramenti o strappi muscolari (anche se sfidiamo chiunque con uno strappo a cercare un massaggio).
In ogni caso, se assistente o se vi viene riferito un’ipotesi di infortunio, fate valutare la persona dal personale sanitario. Solo quando avete l’ok sicuro procedete. È molto importante non massaggiare in caso di problematiche muscolari che vanno al di fuori dalla comune contrattura.
Come in tutto l’ambito sportivo, è importante aver presente il tipo di sport che il nostro ricevente pratica per capire quali sono le zone più soggette allo sforzo fisico in modo da trattarle con priorità. Ed il dialogo tra operatore e sportivo è cruciale per lavorare insieme e migliorare la prestazione atletica.
Un abbraccio,
Elena