Giulia è arrivata fisicamente nel mio studio in un primo pomeriggio di primavera, ma l’avevo conosciuta ben prima attraverso le parole di sua sorella, mia cliente storica. Era esattamente come la descriveva sua sorella: allegra, sportiva, solare. Una di quelle persone che fanno mille cose e non sembrano mai stanche, mai un capello fuori posto, mai una nota di disordine o improvvisazione nell’abbigliamento.
Anche quando mi parla e mi racconta di sé, mi fa vedere la stessa Giulia ottimista e positiva, innamorata, in fase di ristrutturazione casa, con un lavoro che le piace e la passione per la palestra.
Unica nota dolente un dolore alla cervicale presente da anni, non di origine traumatica, già indagato in campo medico senza far venir fuori nulla di patologico al di fuori di una banale contrattura. Aveva già provato di tutto, dal fisioterapista all’osteopata, dal pilates allo yoga, dallo shiatsu all’agopuntura. Risultati soddisfacenti pari a zero.
Solo alla fine del colloquio iniziale, con un mezzo tono di voce fuori luogo rispetto al resto del discorso, mi balena per un secondo davanti agli occhi una Giulia diversa: solo il tono, e non le parole, quasi di sfida, quasi a voler dire e non dire “vediamo se riesci tu a capire questo mio dolore”. Ma poi subito dopo il sorriso aperto e gli occhi brillanti che la contraddistinguono, per cui mi dico che devo aver intuito male…
Inizio con un classico massaggio decontratturante alla cervicale, eseguito da manuale didattico con il ricevente in posizione prona, supina, laterale e seduta. Sicuramente qualche contrattura c’è – ma in anni non ho mai trovato un trapezio privo di contratture – nulla, però, di così eclatante da poter generare questo dolore così invalidante che mi descrive Giulia. Un dolore che è sempre in sottofondo, per poi generare fasi di fastidio più intenso, senza apparenti correlazioni con il quotidiano.
Alla fine del mio trattamento, Giulia è sempre la stessa solare, dalla battuta pronta ma non avverte nulla di particolare a livello muscolare: decidiamo di rivederci dopo 4 giorni.
Giulia torna, sembra anche felice di tornare, ma… risultati dopo il primo trattamento pari a zero! Nessun cambiamento né in negativo né in positivo, stesso dolore che a volte peggiora appena sveglia, a volte a metà giornata, indipendente dal lavoro di carico effettuato in palestra.
E io insisto… seconda seduta tale e quale alla prima ma poi le applico dei nastri tape a livello cervicale che dovrebbero continuare il lavoro di detensionamento della zona. A livello di mia sensibilità manuale non avverto, come durante il primo massaggio, nessuna contrattura così ostile, anzi sento la muscolatura rilassarsi velocemente senza difficoltà, né generando dolore.
A distanza di una settimana, ci rivediamo, in mezzo un paio di messaggi di WhatsApp dove si diceva soddisfatta. In realtà, di persona mi dice che non è cambiato niente.
E io testarda si ma fino ad un certo punto, considerato che in dolori cervicale ben peggiori non mi era mai capitato di non vedere assolutamente cambiamenti, le propongo un’altra via.
Le spiego che non vedo il massaggio, per lo meno quello che so fare io, come soluzione al suo problema, vista la mancanza di cambiamento percettibile e le suggerisco due modi di valutare il suo dolore differenti.
Le due opzioni che le propongo sono una seduta di riflessologia plantare, dove potrei vedere e sentire tramite i punti riflessi i suoi disequilibri, magari in altre parti del corpo che le portano fastidio al collo; oppure l’analisi iridologica, dove la stessa rilevazione potrei averla studiando l’ingrandimento dei suoi occhi.
Accetta il cambio di rotta e decide per l’iridologia. Il nostro terzo incontro consiste, quindi, solo nelle foto degli occhi e in un paio di domande su eventuali vecchi interventi, problemi di vista o problemi fisici non raccontanti in fase del colloquio inziale nel nostro primo incontro. Le chiedo un paio di giorni, perché io le foto delle iridi, le devo vedere, rivedere, far finta di non averle mai viste per vederle con occhi nuovi.
“Gli occhi non mentono e sono lo specchio dell’anima… Giulia tu sei arrabbiata?? Ma tanto arrabbiata, di una rabbia che morde dentro.”
Praticamente l’accolgo così, un po’ confusa io perché visivamente Giulia non mi è mai apparsa come una persona così Meridiano di Fegato per intenderci.
Mi guarda, mi fissa e i suoi occhi cambiano luce: “Si tanto”
Mi verrebbe da chiederle il perché, ma lei tace e io non sono una psicologa, né al momento attuale, lo voglio essere – poi in futuro chissà…
Le spiego che dal mio punto di vista olistico, il modo per risolvere il suo dolore alla cervicale passa dall’affrontare questa rabbia. Sempre tramite il massaggio, ma massaggi diversi. Le parlo del massaggio californiano, del Lomi Lomi Nui, di un trattamento riequilibrante. Le racconto del Meridiano di Fegato e di Vescica Biliare, di come le emozioni per la Medicina Tradizionale Cinese influiscono sul piano fisico.
Mi ascolta, segue il filo del mio discorso, ma non vedo più la Giulia solare e gioiosa, mi chiedo se mi fossi fatta troppo influenzare dalle parole di sua sorella che la vede come il modello, il mito da imitare.
Mi dice che no, non è il momento, che forse ho ragione, ma che per ora non è pronta.
Decidiamo che il nostro percorso insieme finisce qui, inutile continuare su una strada di massaggio decontratturante, quando oramai è evidente che la causa di tutto non è un problema muscolare.
Il bello del lavoro olistico è anche questo, vedere oltre le apparenze. Anche se poi non è facile lasciar andare, senza poter provare ad arrivare alla fine del percorso.
Vi abbraccio!
Elena