L’olfatto è il nostro senso primordiale, il primo che sfruttiamo neonati per conoscere ed interfacciarci con il mondo che ci circonda. Tra i 5 sensi è quello più istintivo e spesso bistrattato. Tanti crescendo perdono la capacità di prestare attenzione agli odori e ai profumi, ma il nostro naso è sempre vigile a cogliere note che posso essere associati ad emozioni e sensazioni positive o negative.
Man mano che cresciamo perdiamo un pochino il senso dell’olfatto a favore degli altri sensi. O meglio non diamo più all’olfatto la stessa importanza che gli davamo da piccini, quando riconoscevamo la mamma solo dal suo profumo. Riscoprire l’olfatto è un modo per ritrovare sensazioni assopite e per dare maggior importanza alla nostra parte più istintiva.
L’olfatto è il senso che ci permette di percepire gli stimoli odorosi. Per ottenere la percezione di questi stimoli abbiamo bisogno che ci sia la corretta comunicazione tra il naso e il cervello. Il naso ha, infatti, una mucosa formata da chemorecettori che sono particolari cellule che hanno il compito e la capacità di ricevere gli odori. Queste cellule si prolungano in fibre nervose che oltrepassano l’osso etmoide (quello che fa da base alle fosse nasali) e arrivano ai bulbi olfattivi, che fungono da centralino di smistamento degli impulsi. Abbiamo poi altri neuroni che raggiungono il cervello che elabora gli stimoli, li interpreta e ci dà le percezioni, abbinandole a situazioni, ad emozioni e istanti di vita.
L’olfatto è un senso abbinato alla chimica: quando percepiamo un odore, questo entra nelle nostre narici e si legano ai recettori presenti sulle ciglia dei neuroni olfattivi. È un meccanismo poco conosciuto ancora ma diversi studiosi lo considerano un gioco di incastro tra mattoncini che si ritrovano e legano tra loro.
Abbiamo circa 10 milioni di neuroni olfattivi e ognuno ha un suo tipo di recettore.
Alcuni disturbi come riniti, sinusiti, neoplasie, lesioni traumatiche o infiammatorie possono rovinare questo perfetto meccanismo portando ad una perdita parziale o totale dell’olfatto.
Per diverse discipline olistiche l’olfatto è il senso cardine. Prima tra tutte l’aromaterapia che utilizza il nostro naso, oltre che la nostra cute, per fare arrivare precise informazioni al nostro corpo ed al nostro cervello.
In meditazione si parla di percezioni olfattive come il più altro stadio meditativo. Se durante una meditazione, infatti, abbiamo un’apparizione olfattiva significa che siamo arrivati al più alto stadio meditativo. In sostanza, siamo stati molto bravi a staccarci dal qui ed ora per arrivare ad una dimensione profonda di consapevolezza del sé.
Allenarsi a “sentire” gli odori, abbinare a vari profumi un’emozione, una sensazione è un viaggio alla scoperta del nostro Io che ci può riportare anche a rispolverare qualcosa di chiuso in un cassetto. Anche a livello olfattivo, siamo soggetti a mode e leggi di mercato: senza che ce ne rendiamo conto nei supermercati, nei centri commerciali, usano spesso gli odori per convincerci a mangiare o a comprare. Riscoprire il nostro naso significa anche ritrovare una nostra libertà di scelta e di giudizio.
Non è così difficile riscoprire l’olfatto, basta semplicemente spostare la nostra attenzione, l’attenzione del nostro cervello dagli impulsi visivi a quelli olfattivi. Facendo così, con l’allenamento e la costanza, potreste scoprire il profumo che vi rende di buon umore, quello che vi fa sparire il mal di testa, quello che vi aiuta a riposare meglio.
È un viaggio di ritorno alle origini importante, perché anche le persone hanno un loro odore e di solito quelle che per noi “sanno di buono” sono anche quelle di cui potersi fidare!
Un abbraccio!
Elena
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