Il tatto è il senso che ci permette di toccare per mano il mondo e di scoprirlo attraverso la nostra pelle, anche in assenza di luce. È il senso che viene maggiormente stimolato attraverso le discipline olistiche manuali che passano proprio attraverso ad esso per dare emozioni e sensazioni al nostro cervello e al nostro essere.
Sotto l’epidermide, lo strato più superficiale della nostra pelle, troviamo il derma dove risiedono le fibre nervose che sono le responsabili della trasmissione dati al midollo spinale che decodifica i vari segnali.
A livello del midollo spinale abbiamo, infatti, i gangli sensitivi che sono un agglomerato di cellule con un prolungamento nervoso che entra nel midollo spinale. Dal midollo spinale poi le informazioni tattili vengono trasferite ad una zona del cervello che viene chiamata corteccia cerebrale sensitiva.
Questa è tutta la strada che fa un qualunque nostro stimolo tattile e ve ne potete rendere conto se riflettete sulla velocità con cui ritraete la mano da un qualcosa che scotta o da un cactus che punge. Anche perché nel nostro tempo di reazione, abbiamo anche la risposta del cervello che fa allontanare di velocità la mano in modo che non ci mettiamo in pericolo.
Abbiamo diversi recettori del tatto a livello del derma, ognuno con sue proprie caratteristiche: corpuscoli di Meissner, dischi di Merkel, corpuscoli di Pacini, corpuscoli di Golgi-Mazzoni.
Il nostro corpo ha zone dove i recettori sono maggiori e di conseguenza un senso del tatto più sensibile: abbiamo una densità di recettori più elevata sul vito e nel palmo delle mani. Sono inferiori sul dorso e sulle gambe.
Abbiamo delle situazioni in cui non abbiamo la capacità di distinguere gli oggetti ed il mondo intorno a noi o a livello quantitativo o a livello qualitativo. Si parla di ipoestesia, se abbiamo una riduzione totale o parziale nel distinguere le forme, o di iperestesia, se invece abbiamo una percezione aumentata.
La disestesia è, invece, il disturbo che ci porta un deterioramento della percezione tattile.
Di solito queste problematiche sono causate da traumi, virus, malattie infiammatorie che interessano il sistema nervoso centrale e/o periferico.
Non avere la possibilità di affidarci al tatto ci porta in una situazione di difficile gestione o di accettazione del problema: immaginatevi nel vostro quotidiano di non avere nessuna percezione nel toccare le cose.
Come vi dicevo, il tatto è il senso utilizzato nelle discipline olistiche manuali per comunicare con il ricevente e dargli degli imput a livello fisico ed emotivo. Per definizione olistica, la persona tattile è colei che ha bisogno di toccare con mano, quella che appena arriva in studio deve toccare il lettino, la coperta, lo sgabello come per prendere possesso della realtà. Sono quelle persone che hanno l’istinto irrazionale di toccar con mano per orientarsi e che fanno un enorme fatica a rimanere “al loro posto”.
Sono le persone che più amano i massaggi, meglio se quelli avvolgenti come il californiano e l’olistico emozionale.
Abbiamo poi persone che pur non avendo problemi di tatto non amano essere massaggiati. Ciò può accadere per una sensazione di invasione del proprio spazio personale che è ampiamento soggettivo o anche per un’interferenza energetica. Nel momento in cui massaggiamo trasmettiamo alla persona la nostra energia che non sempre può essere sulla stessa lunghezza d’onda della persona e che può essere recepita come eccessiva o fuori luogo.
Vi abbraccio!
Elena