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L’acido lattico

Pubblicato da Elena e 2 Agosto 2019
Categorie
  • Anatomia
  • Fisiologia
Tags
  • acido lattico
  • anatomia
  • fisiologia

Partiamo dallo sfatare un mito, che va a braccetto con i nervi che si accavallano (e i nervi non si accavallano!!), il dolore muscolare che sentite il giorno o un paio di giorni dopo ad un’attività fisica intensa per voi non sono dovuti all’accumulo dell’acido lattico. L’acido lattico, infatti, viene smaltito entro massimo un paio d’ore dallo sforzo fisico (molto meno in atleti allenati), per cui il male che avvertite è dovuto piuttosto a delle piccole lesioni muscolari causate per l’appunto da un qualcosa per cui voi non eravate allenati.

Ma che cos’è, quindi, questo famoso acido lattico o lattato?

Dove trovano l’energia i nostri muscoli

Normalmente i nostri muscoli sfruttano per il loro lavoro continuo quotidiano uno zucchero, il glucosio, che in abbinata con l’ossigeno viene trasformato con un processo chimico in energia, acqua ed anidride carbonica. 

Quando, però, ci serve un aumento di energia, come per un’attività fisica andiamo in carenza di ossigeno, non basta più quello che normalmente inspiriamo ed alcuni processi metabolici si riducono portando meno energia disponibile al nostro corpo. Oltretutto, sotto sforzo aumento l’idrogeno che deve essere eliminato dal corpo.

È in questo momento che produciamo l’acido lattico che ha come compito quello di eliminare l’idrogeno permettendo ai muscoli di continuare il loro lavoro e di produrre l’energia in più che ci occorre. L’idrogeno in eccesso si lega all’acido piruvico che è una molecola di degradazione del glucosio formando l’acido lattico, chiamato anche lattato.

Anche se in genere viene per l’appunto abbinato ad un alto livello di allenamento, l’acido lattico viene prodotto anche sotto basso sforzo o anche in condizione di riposo. Diciamo che in questi frangenti la quantità prodotta e minima ed un corpo sano non ha problemi a smaltirlo.

Lo smaltimento dell’acido lattico

L’acido lattico è, infatti, una sostanza di rifiuto del nostro corpo che va smaltita. È il nostro fegato che si fa carico di questo lavoro sporco, che pulisce l’acido lattico riconvertendolo in acido piruvico, in modo da fornire nuovamente materiale utilizzabile dal nostro corpo. Quando il livello di acido lattico supera la capacità del fegato di gestirlo e smaltirlo, abbiamo un’alterazione del pH muscolare che comporta una limitazione o addirittura uno stop del lavoro muscolare: subentra la fatica e la sensazione di dolore.

La corretta gestione di tutto questo processo chimico molto più complesso da quanto descritto dipende dal tipo di attività fisica praticata, dall’intensità, dalla durata e da quanto siamo allenati.

Per questo motivo è molto temuto dagli atleti, perché sanno per esperienza che basta questo prodotto del metabolismo anaerobico per perdere una gara, rovinare un allenamento o peggio ancora imbattersi in un infortunio o in noiose contratture, perché i muscoli non funzionano a dovere.

Lavorare sul cambio di ritmo di lavoro, svolgere un’attività di defaticamento di circa un quarto d’ora, l’utilizzo di un integratore a base di magnesio, l’assunzione prima di un’attività di carnosina aiuta a gestire al meglio la produzione di acido lattico.

Ma, essendo un equilibrio molto complesso soprattutto se siamo concentrati su un miglioramento delle nostre prestazioni sportive, è meglio farsi seguire da professionisti esperti per non incorrere in errori di valutazione che potrebbero causarci ulteriori problemi. 

Un abbraccio,

elena

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