Il massaggio californiano o Esalen è spesso e con tutti i diritti definito il re dei massaggi olistici. Nato nella California degli anni 70 proprio negli spazi dell’Istituto Esalen, ha dimostrato che attraverso le terminazioni nervose della nostra cute possono arrivare segnali importanti al nostro cervello. E così, con un banale massaggio, si possono risolvere problematiche emozionali anche profonde. Il suo intento è proprio quello di portarci in uno stato simil meditativo per leggere le nostre problematiche in una chiave di lettura diversa ed aiutarci pertanto a trovare soluzioni o a far pace con noi stessi. Il suo motto potrebbe essere: passare attraverso il piano fisico per riequilibrare il piano mentale.
Esistono due tipi di massaggi californiani: uno definito base, che è zonale, con concetti molto simili ai massaggi antistress e rilassanti, ma più avvolgente e che evoca l’idea del mare che protegge e culla. E poi abbiamo il californiano vero e proprio, quello a circuiti ed è su questo che si focalizza questo articolo.
Il massaggio californiano a circuiti ha una durata di un’ora circa, parte sulla parte prona del corpo in modo che la persona si abbondoni completamente al ritmo delle manovre e si conclude sulla parte supina per far si che la persona riprenda più consapevolmente contatto con se stessa prima di alzarsi dal lettino. Un po’ come se prima ci aiutasse a staccare ogni contatto con la realtà (la schiena è, in linea di massima, la zona che ci dona maggiore relax quando sottoposta ad un massaggio ed essere rivolti a faccia in giù ci porta a isolarci un pochino di più anche dal massaggiatore) e poi ci riportasse con i piedi per terra ma con maggiore consapevolezza, meno stanchezza e più determinazione.
Le manovre sono fluide, avvolgenti, lavorano sul corpo come se fossero le onde di un mare calmo e amico.
Non si va mai troppo in profondità a livello muscolare, niente impastamenti e pressioni profonde, mai vibrazioni o percussioni.
Si parte dai piedi e si risale verso le spalle, verso le mani per poi ridiscendere ai piedi: non si lavora, quindi, a zone ma su dei circuiti. I circuiti sono disegnati sul corpo in modo che la persona non riesca a prevedere gli spostamenti dell’operatore, si sale a volte con una mano per gamba, a volte solo da una parte con due mani, a volte si scende fino alle mani, altre volte ci si ferma sulla schiena. È importante non essere prevedibili: se la persona non riesce a capire dove siamo e dove andiamo, si abbandona ancora di più in un limbo che poi permetterà la rinascita.
L’oliatura è fondamentale in un massaggio di questo tipo. L’olio permette la fluidità delle manovre senza intoppi e/o scossoni e, allo stesso tempo, isola la persona. L’olio avvolge, fa quasi da pellicola tra la persona ed il mondo esterno.
Da valutare attentamente l’aggiunta di oli essenziali: il massaggio è già da solo profondo e d’impatto. Gli oli essenziali potrebbero rendere il tutto troppo potente e difficile da gestire per chi si sottopone ad un trattamento di questo tipo.
Come dicevamo, non si tratta solo di un massaggio rilassante. È un massaggio che va a lavorare sulla nostra sfera emotiva, per cui è indicato per tutti quelli che sentono la necessità per i più svariati motivi di far pace con se stessi, di ritrovarsi. Per chi soffre di insonnia, incubi ricorrenti, sensazione di ansia o paure non identificate, per chi deve superare la fine di una storia d’amore, per chi cerca il coraggio per iniziare un nuovo lavoro o per prendere una decisione inevitabile. È il massaggio che ci fa anche far pace con il nostro corpo, quindi, ci può aiutare ad accettare il nostro aspetto mutato magari per il passare degli anni o per una cicatrice.
Il tutto sempre rispettando le controindicazioni assolute di ogni tipo di massaggio olistico, per cui la persona che si sottopone a questo trattamento deve essere clinicamente sana, senza gravi patologie di salute.
E poi… il massaggio californiano è emozione, è sensazione… per cui l’unica cosa è sperimentarlo!
Un abbraccio,
Elena