Questo articolo è stato scritto da Giuseppe Russo, operatore Olistico Professionista, con esperienza pluriennale, che abbiamo avuto il grandissimo piacere di intervistare a Settembre (qui la sua intervista). In calce a questo articolo potrete trovare il riferimento della sua pagina Facebook.
Sai cos’è la Coppettazione?
Probabilmente ne avrai sentito parlare anche tu, essendo tornata di moda da qualche anno.
E’ un’antica tecnica (in seguito parleremo delle sue origini) che prevede l’uso benefico della suzione e del vuoto sul corpo.
E’ tornata sotto i riflettori a partire dalle scorse edizioni olimpiche, in cui atleti orientali presentavano “strani” cerchi rossi addosso.
Nell’edizione del 2016 di Rio poi, la consacrazione della tecnica grazie al campione Michael Phelps e da lì numerosi vip l’hanno scelta per il proprio benessere.
Erroneamente molti ritengono sia di origine cinese, mentre le prime tracce a noi giunte vengono dall’Africa, anche se la stessa tecnica si è sviluppata in diverse zone del mondo ed in diversi periodi storici. Colleghi arabi mi hanno riferito che la loro versione chiamata Hijama sarebbe addirittura un precetto religioso contenuto nei loro testi sacri.
Ma veniamo alla tecnica.
Viene utilizzato un contenitore (che sia di corno o di bambù nelle versioni antiche, in quanto materiali di facile reperibilità e dal costo nullo, vetro, plastica) in cui, grazie all’utilizzo di una fiamma che ne brucia l’ossigeno all’interno, viene creato un effetto vacuum, poggiando poi il contenitore stesso sulla cute, risucchiando i tessuti. Strumenti moderni ne replicano oggi l’effetto, con coppette in silicone o, ad esempio, in plastica con una valvola ed una pistola che ne aspira l’aria interna.
Sul piano prettamente fisiologico, questo vacuum richiama sangue e di conseguenza ossigena i tessuti, stimolando la produzione di collagene e portando in superficie al tempo stesso numerose tossine (che saranno poi processate ed eliminate dal corpo).
In realtà quei marchi non sono lividi come potrebbe sembrare, in quanto la tecnica non comporta rottura di vasi o lacerazioni di tessuti.
Il muscolo è così irrorato, ossigenato, disteso. La fascia viene mantenuta elastica, contrastando possibili aderenze.
E’ molto richiesta in ambito estetico (con le dovute precauzioni) per aiutare la circolazione in quei tessuti in cui è compromessa, ad esempio in casi di cellulite.
Ma è in ambito cinese e quindi in chiave energetica che riesce a dare il suo massimo.
Grazie al suo effetto, riesce a rimuovere stasi energetiche e stimolare di nuovo il movimento. Tradotto: aiuta a star meglio, a sentirsi più flessibili e a recuperare prima in caso di microtraumi o stress che attività quotidiane come lavoro e sport possono arrecare.
Nella mia pratica quotidiana tratto molte persone con la Coppettazione Cinese, molti dei quali atleti di livello internazionale, mondiali ed olimpici.
La seduta infatti, non è affatto dolorosa o traumatica, i segni spariscono naturalmente nel giro di pochi giorni ed i miglioramenti sul sistema muscolo-scheletrico sono spesso maggiori rispetto ai semplici trattamenti manuali.
Va specificato però che, seppur gli strumenti siano gli stessi, le varianti cinese, estetica o semplicemente decontratturante sono profondamente diverse.
Diversi sono gli obiettivi e diverse sono le conoscenze e le competenze di fondo su cui si basano.
Il consiglio è di affidarsi sempre ad operatori esperti e preparati, perché, pur assicurando ottimi risultati, non è una tecnica da sottovalutare e priva di controindicazioni.
Questo articolo è stato scritto da Giuseppe Russo (https://www.facebook.com/giusepperussomtc). Grazie Giuseppe!