L’ernia del disco è una problematica molto diffusa, di cui bene o male abbiamo già sentito parlare tutti. Non siamo proprio così rispettosi della nostra schiena e lei ogni tanto decide di punirci: l’ernia del disco è forse la punizione più dolorosa che ci può fare.
I dischi intervertebrali sono dei cuscinetti di fibrocartilagine che svolgono il compito di un ammortizzatore tra una vertebra e l’altra. Attenuano le pressioni sviluppate nei vari movimenti di corsa, salto, sobbalzi e nel frattempo permettono alla colonna una maggiore mobilizzazione. È, infatti, grazie ai cuscinetti che possiamo fletterci in avanti ed indietro e che possiamo ruotare: senza i dischi le vertebre avrebbero una libertà di movimento iper limitata.
Hanno la forma biconvessa che combacia perfettamente ai corpi vertebrali. Ogni disco ha un nucleo polposo e un anello fibroso. Il nucleo è formato da una sostanza gelatinosa che contiene acqua e che ha lo scopo di limitare le sollecitazioni e di espandere in modo uniforme sull’anello le pressioni a cui viene sollecitata la vertebra. L’anello è molto più solido, protegge il nucleo e permette al disco di resistere alla compressione a cui viene sottoposto in continuazione.
Il lavoro dei dischi è fondamentale e particolarmente gravoso in zona lombare dove le vertebre sono maggiormente sollecitate per il peso che devono sopportare. I dischi tra L1 e L5 hanno un maggiore spessore proprio per questo. I dischi della zona dorsale e cervicale sono più sottile ed è il motivo per cui queste zone hanno maggiore mobilità. Non abbiamo dischi tra l’atlante e l’epistrofeo (le prime due vertebre cervicali) e tra le vertebre sacro coccigee.
Inoltre i dischi sono leggermente più spessi nella parte verso l’addome e sono collegati sia anteriormente che posteriormente da legamenti fibrosi che fungono da ulteriore rinforzo.
I dischi hanno dei sottili vasi sanguinei fino ai 20/25 anni poi si nutrono e si liberano dalle sostanze di rifiuto per osmosi con i capillari che hanno intorno. Questo processo di osmosi viene reso possibile dal movimento della colonna vertebrale.
Quando siamo giovani i dischi sono maggiormente ricchi di acqua e costituiscono circa il 25% dell’altezza della colonna. Man mano che invecchiamo il disco si disidrata fino ad arrivare ad un 65% di acqua rispetto ad un80€ circa inziale. Il disco disidratato diventa un ammortizzatore scarico. La continua pressione sul disco fa ancor più diminuire il liquido di nutrimento e se le sollecitazioni sono particolarmente forti può capitare che l’anello fibroso non riesca più a contenere il nucleo in posizione centrale, le sue fibre si rompono ed il nucleo fuoriesce. Abbiamo quindi il presentarsi dell’erniazione del disco che viene suddivisa in gradi e tipologie a seconda dello spostamento del nucleo polposo.
Quando il nucleo fuoriesce va a comprime le radici nervose vicine e dà origine al dolore. Se siamo fortunati che l’ernia fuoriesce senza comprimere nulla, non ce ne accorgiamo neppure.
Proprio perché l’ernia è causata da continue sollecitazioni e da sollevamento di pesi in modo inopportuno abbiamo più probabilità di sviluppare un’ernia in zona lombare che in zona dorsale o cervicale.
Sono molteplici le opzioni per affrontare un problema di ernia del disco, ma tutto dipende da che tipo di ernia abbiamo sviluppato.
Fondamentale è affidarsi ad un medico di cui ci fidiamo ed evitare esperimenti strani del fai da te.
Importante è anche in questo caso la prevenzione: controllo del peso corporeo, stretching, esercizi mirati a rinforzare la parete addominale, sollevare i pesi in modo corretto flettendo le ginocchia. Mantenere la muscolatura tonica e non contratta aiuta a gravare meno sulla nostra struttura scheletrica.
In sostanza, il nostro corpo in generale e la nostra schiena in particolare hanno bisogno di cure ed attenzioni prima che si verifichi qualcosa!
Pensateci!!
Un abbraccio!
Elena
Se cerchi un buon testo con cui approfondire l’anatomia del massaggio ti consigliamo questo: https://amzn.to/2SKaHqP