Un massaggio olistico può avere anche dei risvolti particolari sulla consapevolezza di se stessi: nel momento in cui ci fermiamo e riceviamo un trattamento, ci stiamo prendendo del tempo dalla nostra routine quotidiana, dalla nostra idea di noi, del nostro spazio. È come se per un’oretta in riuscissimo a vederci dall’esterno.
È un’esperienza spesso vista nel mio studio, nel lavoro quotidiano, quella di vedere le persone prendere consapevolezza di se stessi,del loro livello di stress, attraverso un semplice massaggio.
Un massaggio olistico lavora per definizione sul concetto corpo-mente-spirito. I giorni nostri ci portano a vivere dei frenetici ritmi, che ci catapultano lontano dalla realtà dagli affetti, che non ti fanno neanche capire quanto effettivamente correndo. E spesso corriamo senza neanche saperlo.
Stiamo correndo perché ci piace, perché c’è veramente la necessità, oppure solo per abitudine o perché tutti fanno così?
Mentre l’operatore esegue un massaggio ci regala tempo: tempo per noi stessi,come se si mettesse in secondo piano a suonare una sinfonia per farci percepire emozioni e sensazioni.
Il tempo di un massaggio è il momento in cui prendiamo consapevolezza del punto in cui siamo, se siamo stanchi, se siamo felici, se siamo infelici e, anche, se e quanto siamo stressati.
Magari durante un massaggio capiamo di star facendo della nostra vita un qualcosa che,in realtà,non ci piace; di stare inseguendo il sogno di qualcun altro, di star desiderando qualcosa che non fa parte del nostro vero Io.
In fondo, è poi questa l’unico vero,grande effetto collaterale del massaggio olistico: il fatto di aprirci una finestra su noi stessi, da cui possiamo vedere anche qualcosa che non ci piace.
Talvolta la finestra si socchiude appena e, quindi, possiamo semplicemente decidere di chiuderla, di far finta di niente e di tornare al nostro tran tran. Altre volte la finestra si spalanca e non ne vuole più sapere di chiudersi. Ed è questo il momento più difficile, perché se la persona non è pronta si ritrova, per forza di cose,a dover iniziare un processo di cambiamento. Il processo di cambiamento non è quasi mai un qualcosa di facile, quasi mai un qualcosa di bello e di condiviso da chi ci sta attorno.
A volte però è inevitabile,fondamentale per la nostra sopravvivenza.
Mentre le mani dell’operatore eseguono una sequenza che sembra essere standard,che sembra essere un qualcosa di uguale ripetuto nel tempo,(in realtà non può esistere un massaggio uguale all’altro)mentre l’operatore lavora, noi stiamo facendo un viaggio verso noi stessi,verso il nostro Io.
A volte ci ritroviamo, solo che ritrovarci è un po’ come ritrovare un vecchio amico che non vediamo da tempo: può essere piacevole perché ci si rincontra con gli stessi pensieri, con le stesse parole,con la stessa voglia di riabbracciarci.
Altre volte rivedere, invece, una persona che non vediamo da un po’ è uno shock, un trauma perché ci rendiamo conto di come siamo cambiati,di quello che siamo diventati, e non sempre questo ci piace.
Un massaggio olistico dovrebbe essere sempre un dono che si fa alla persona, per la persona; un momento per capire,per aiutare a capire se effettivamente si è felici o se dobbiamo trovare la forza per cambiare.
Ed il cambiamento non è sempre bello, però ci sono dei momenti in cui è inevitabile.
E questo è uno dei doni più belli di un massaggio.
Vi abbraccio!
Elena