Dalle indiscutibili proprietà terapeutiche, ma sostituito dalla fitoterapia con piante meno tossiche, il Farfaro è stato molto utilizzato nel passato come espettorante e antinfiammatorio naturale.
Se andrete a cercarla nelle varie regioni d’Italia, vi capiterà di sentirla chiamare Pataccio, Piè d’Asino, Paparacchio, Farfarugine, Zampa di Mula e Farfarella, ma voi non fatevi confondere: sempre di Farfaro si tratta.
Questa pianta, che regala simpaticissimi fiori di un bel giallo brillante, è davvero moto comune e non vi sarà difficile trovarla in tutta Europa, Asia e nelle zone settentrionali di Africa e America, a patto di cercarla in zone umide. Terreni argillosi, soprattutto quelli dei sottoboschi o adiacenti ai corsi d’acqua, infatti, sono il suo habitat preferito.
Nonostante il fascino dei suoi fiori, il Farfaro è però conosciuto per le sue proprietà terapeutiche, utilizzate da sempre per alleviare i disturbi delle vie aree.
In passato il Farfaro era utilizzato soprattutto per le sue proprietà espettoranti, antinfiammatorie e astringenti, assicurate dai suoi principali componenti: mucillagini, flavonoidi, alcaloidi, tannini e inulina contribuiscono, infatti, ad alleviare tosse e raffreddore, ma risultano anche molto efficaci per liberare i bronchi dalla presenza di muco.
Il Farfaro, come insegna la tradizione contadina, è anche un valido aiuto per alleviare i fastidiosi sintomi degli eczemi e per lenire ogni tipo di irritazione cutanea.
Di questa pianta si utilizzano soprattutto le foglie e i fiori, ricchi di proprietà terapeutiche, ma l’utilizzo che ne farete dipenderà molto da quale affezione volete trattare.
Il suo sapore amarognolo è da molti apprezzato in cucina: le parti più tenere e giovani del Farfaro, infatti, possono essere aggiunte ad insalate, per caratterizzarle con un sapore più deciso e beneficiare dei suoi effetti terapeutici. Una novità da provare!
Le foglie, invece, una volta essiccate, sono perfette per preparare tisane, utilissime per combattere la raucedine e trattare le vie respiratorie in generale. Per un’efficace azione espettorante invece, meglio assumere mezzo cucchiaio di succo fresco, magari diluito in una bella tazza di latte caldo.
Fiori e foglie sono l’ideale per preparare decotti terapeutici, che appena saranno tiepidi, potrete applicare direttamente sulla pelle irritata e arrossata. Lo stesso decotto, potrete utilizzarlo anche contro le flebiti e i gonfiori agli arti.
E se siete reduci da una giornata sfiancante, provate a mettere a mollo un po’ di foglie di farfaro in un catino e regalatevi un rilassante pediluvio.
Se avrete difficoltà a trovare il Farfaro in erboristeria, una ragione c’è. Questa pianta contiene, infatti, degli specifici alcaloidi, che sono risultati epatotossici nell’uomo: questo significa che, a parità di benefici, è senz’altro meglio utilizzare altre piante con le stesse proprietà terapeutiche, In ogni caso, il Farfaro non va assolutamente assunto se soffrite di insufficienza epatica.
Inoltre, è una pianta da evitare in caso di gravidanza e allattamento, mentre non va mai assunta, prima di aver verificato eventuali reazioni allergiche.
Grazie a tutti!
Andrea