Muladhara è il nostro primo chakra, quello definito anche della radice. È uno dei nostri vortici energetici principali e si trova alla base della colonna vertebrale, nel perineo.
Si dice che ha un andamento energetico verso il basso per metterci in contatto con l’energia di Madre Terra, della natura.
È il primo chakra che si sviluppa, in quanto la sua formazione inizia già nel grembo materno, nell’ultimo periodo di gravidanza. È il chakra che ci dà il radicamento alla vita, l’attaccamento a questo mondo terreno.
Quando perdiamo interesse alla vita, quando siamo troppo apatici e non ci godiamo i momenti che viviamo è perché vi è un disequilibrio in questo vortice.
I piedi e le gambe sono le parti del corpo che ci metto in contatto con il terreno e tutto le problematiche negli arti inferiori sono, a livello energetico, di competenza di Muladhara: anche un eccesso di peso concentrato sulle gambe è sinonimo che l’energia non scorre in equilibrio.
Muladhara per svilupparsi correttamente, per mettere le basi per un corretto funzionamento futuro, ha necessità di certezze materiali sin da piccoli. L’avere la sicurezza di un luogo bene definito chiamato casa diventa essenziale soprattutto da bambini. Per evolversi, la persona deve essere certa di essere sicura e protetta, anche a livello di spazio abitativo.
Ricordo anni fa, un signore venuto da me in studio: alto, robusto, i 50 anni superati da un pezzo, lavoro sicuro, una buona posizione sociale. Una delle cose che mi ripeteva di più durante i trattamenti è che nei primi anni di vita, i genitori gli avevano fatto cambiare casa 7 volte. E questo per lui era stato un trauma trascinato per anni (forse mai risolto), tant’è che solo a distanza di tanto tempo, oramai adulto e “arrivato” si sentiva a casa, tra quattro mura. La sua impressione era di non avere radici, di non sentirsi né romano, né milanese (i primi posti in cui aveva vissuto), non riusciva ad avere ricordi nitidi della sua infanzia perché si rendeva conto di collocare nella memoria una festa di compleanno in un giardino di una casa diversa, in cui effettivamente era avvenuta. Confondeva cucine e divani e soprattutto ricordava come un dramma scatoloni e traslochi.
Gli mancavano i ricordi, gli oggetti che raccontavano qualcosa. Si perché anche da adulto, lui buttava tutto, non teneva nulla: come se l’incubo di mettere roba su roba negli scatoloni gli impedissero di tenere anche solo un ninnolo, segno di una vacanza spensierata. Una volta mi raccontò che non aveva neanche una foto stampata: “Non hai idea della tragedia di riporre foto e di risistemarle una volta arrivati, ne mancava sempre una alla fine, quella a cui tenevi di più. Ed allora tanto vale averle solo salvate a pc”.
Muladhara ci dice in sostanza che per partire dobbiamo avere un porto in cui tornare: se cresciamo con la consapevolezza di avere una casa sicura, saremo in grado di ritrovare casa ovunque nel mondo. L’input dei chakra è quello di mettere un mattone, per poi andare oltre.
La certezza e la solidità di Muladhara passano anche dal cibo, il nutrimento che ci permette la vita: senza cibo si muore, per essere sintetici e drastici.
La ragazza che mi aveva suggerito questo collegamento era una compagna di corso: a tre anni aveva avuto una malattia non meglio raccontata dove però l’avevano costretta ad un semi digiuno per qualche giorno. Nello stesso periodo, era nata la sorella vista e vissuta come una minaccia: il mix di gelosia e semi digiuno aveva creato in lei la necessità continua di mangiare. A sei anni era una bambina timida, studiosa e tanto cicciottella. Per cercare di resistere alle prese in giro degli altri bambini l’unica soluzione che aveva trovato era rifugiarsi nella sicurezza del cibo. Così fino ai 20 anni, tra diete drastiche e rifugio conforto nel cibo spazzatura. Poi l’inizio di un viaggio nel mondo olistico e la scoperta che la sua “fame” altro non era che paura di non essere amata e di non aver cibo sufficiente per vivere. La consapevolezza della causa iniziale fu il primo step, poi il percorso di cambiamento tutt’altro che facile e corto.
Conoscere le fasi di sviluppo dei nostri chakra ci può aiutare a capire dei nostri problemi, a collocarli nello spazio e nel tempo della nostra vita. Ma ancor più, ci può aiutare a capire le fasi di sviluppo dei più piccoli, per evitar loro problemi in futuro.
Come riequilibrare traumi energetici, e non solo, di questo tipo è un percorso lungo e difficile, dove in base alla persona va trovato il cammino più consono.
Un sorriso,
Elena