Ajna è il nostro sesto chakra, il famoso terz’occhio che ci dona la possibilità di vedere oltre le apparenze.
Il suo nome in sanscrito significa proprio percepire e il suo compito è quello di aiutarci a captare qualcosa che non è così evidente o alla luce del sole.
Intuizione, immaginazione creativa, concentrazione, lucidità mentale sono tutte caratteristiche che competono a questo vortice energetico a cui viene abbinato il colore indaco e l’elemento luce.
Il sesto chakra è anche il vortice che ci permette di sognare di notte, attività che ci permette di elaborare la realtà e di avere messaggi dal nostro Io profondo, senza troppe influenze dai pensieri altrui.
Tutti sogniamo, alcuni si ricordano i sogni alla perfezione, altri non ne ricordano mai neppure uno.
Quando siamo stanchi, abbiamo troppi pensieri andiamo a soffocare il nostro terzo occhio, la testa diventa confusa, pesante e perdiamo la capacità di intuire, di captare oltre al visibile ed anche di sognare.
Ricordo una mia cliente molto dedita allo yoga e alla meditazione. Persona davvero empatica, intuitiva, con un lavoro da creativa. Qualche vicissitudine familiare contorta, un periodo di lavoro pressante e un giorno mi racconta durante un trattamento di riflessologia plantare che non dormiva più bene. O meglio dormiva, ma non sognava più; non ricordava più i sogni e questo le dava dispiacere anche perché da sempre nei sogni trovava risposta alle sue domande interiori, anche le più banali.
Chiacchieriamo e mi dice che ha interrotto la meditazione da un mese circa perché non riusciva più, il non pensare la infastidiva e lo yoga aveva fatto la stessa fine per mancanza di tempo e per mancanza di stimoli.
Come se si fosse spento un interruttore e tutto quello che prima le dava armonia e benessere ora si fosse perso per strada.
Lo sviluppo dei chakra superiori deriva dall’equilibrio dei vortici sottostanti e da un equilibrio d’insieme. Esistono esercizi e metodi per cercare di attivare maggiormente il terzo occhio, ma è un campo che conosco poco e, soprattutto, nel caso di questa donna mi pareva che il disequilibrio energetico nascesse proprio da un eccesso di pensieri e preoccupazioni convulse.
Ajna è anche creatività tipica dell’animo artistico e quando si è perso l’equilibrio si può tentare di ricercarlo attraverso l’arte. Ecco perché è stato spontaneo il mio consiglio di provare a colorare di indaco e viola dei mandala. In fondo il colorare altro non è che perdersi nei propri pensieri, nel proprio Io per ritrovarsi. I mandala, inoltre, con le loro forme vanno ad agire in profondità sulla nostra energia vitale.
Il richiamare i colori tipici di un chakra aiuta a ritrovare equilibrio. Il ritornare bambini con un’attività tipica dell’infanzia ci porta a togliere paletti e costrutti mentali, tipici di noi adulti, che vanno a bloccare la parte istintiva di Ajna.
È un qualcosa che non so se possa servire per tutti, ma per la mia cliente ha funzionato: un paio di mandala ed è tornata a sognare, ad immaginare e a meditare. Si è ritrovata, insomma!
Un sorriso,
Elena
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