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Esperienza olistica – La difficoltà a dormire bene

Pubblicato da Elena e 2 Giugno 2020
Categorie
  • Olismo
Tags
  • dormire
  • esperienza
  • insonnia
  • soluzione

Ci sono tanti tipi di insonnia dai più gravi ai meno gravi, ognuno, giustamente, percepisce il proprio non dormire bene. C’è chi fa fatica ad addormentarsi lottando con mostri d’ansia e pensieri che diventano montagne non scalabili, chi si sveglia prima del canto del gallo, chi si sveglia sempre alle 3 di notte, chi dorme in preda agli incubi.

Antonella più semplicemente dormiva ma si svegliava sempre stanca, più dormiva e più era stanca. Esami del sangue normali, nessun tipo di patologia medica, fatto sta che quando ci siamo conosciute, era esasperata da questa situazione che le rendeva il quotidiano difficile. Anche perché Antonella è la classica persona che corre da mattina a sera, non che faccia chissà che lavoro super figo, ma è semplicemente una madre-moglie-lavoratrice come tante che cerca di mantenere anche la sua passione per i libri e l’arte. L’essere stanca, quindi, la rendeva ancora più nervosa perché non riusciva a mantenere il suo ritmo normale che le consentiva di portare a termine con soddisfazione le sue giornate.

Tendenzialmente mi chiede di aiutarla a tornare al sonno di prima per poter essere di nuovo padrona del suo tran tran quotidiano, fatto anche di cose lasciate a metà, perché Antonella di primo acchito non mi appare come una persona che vuole strafare tendendo al perfezionismo.

Una persona come tante, con un problema di tanti

Antonella non soffre di ansia, non ha problemi di incomprensioni familiari, il suo lavoro le piace: ma un giorno ha smesso di riposare bene. Non trova un motivo dietro a questo stop e non ha neanche tanta voglia di cercarlo. E non le dò torto: spesso concordo nel pensare che la cosa più corretta sia voltare pagina ed andare oltre, senza cercare tante cause, tanti perché. Un pochino un atteggiamento al lasciar che sia, al lasciare andare tipico più di un pensiero orientale.

A livello energetico ogni tanto accade che il nostro corpo inciampi in qualcosa che influisca sul corretto fluire, per tornare alla “normalità” ci sono diverse discipline olistiche che si pongono come obbiettivo lo sbloccare di questi blocchi.

Riflessologia plantare “bocciata”

In questi casi, per formazione e dedizione, la mia prima proposta è la riflessologia plantare che rilassa il corpo, distende la mente e va a lavorare a distanza su tutto il nostro tris corpo-mente-spirito. E devo dire che negli anni la riflessologia mi si è sempre rivelata una buona nemica per l’insonnia. Ma Antonella assolutamente non ama il contatto con i piedi per cui mi boccia senza spiragli la riflessologia plantare.

La seconda proposta prende forza dal fatto che, questi mesi di riposo non soddisfacente, hanno lasciato come eredità diffusi dolori muscolari ed una sensazione di rigidità muscolo articolari, decidiamo per il Thai Massage. Il trattamento Thai si esegue sul futon, vestiti e si lavora su 10 meridiani energetici chiamati Sen; la tradizione Thai vede energia fluire in questi percorsi e se l’energia si blocca abbiamo problematiche più o meno serie. Non è un classico massaggio, in quanto la persona viene trattata da prona, supina, da seduta ed in decubito laterale: anche il movimento che viene imposto serve per far fluire l’energia. Spesso per semplificare il Thai a chi non lo conosce si usa definirlo come un mix di pressioni e di yoga passivo.

Un percorso lungo?

Il risultato ha in primis finalità energetiche, ma va in più ad allungare e a detensionare la muscolatura. Questo tipo di lavoro non prevede un’analisi accurata della persona, si esegue la sequenza standard con un’alta dose di sensibilità per capire quanto si può lavorare in allungo e quanto si può insistere con le pressioni. A volte una seduta fa miracoli, altre volte serve un ciclo di trattamenti: dipende tutto dello scompenso presente e dal tempo di reazioni del corpo.

Per Antonella avevo preventivato un massimo di tre sedute, tenendo conto che un corpo stanco fa maggiore fatica a reagire alla stimolazione.

Dopo la prima seduta il sonno sembrava qualitativamente migliorato, lasciando meno la sensazione di stanchezza e riducendo i dolori muscolari, a distanza di 10 giorni ci rivediamo per il secondo trattamento che migliora la situazione pur non facendola tornare alla situazione pre cattivo riposo. Combiniamo il nostro terzo appuntamento dopo una ventina di giorni, in modo che il corpo avesse tempo di lavorare anche in autonomia.

I risultati sono stati buoni, Antonella è rimasta soddisfatta del benessere ritrovato e a ripreso a dormire in modo migliore e maggiormente ristoratore.

Un sorriso!

Elena

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