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Le origini della Riflessologia Plantare

Pubblicato da Elena e 3 Giugno 2020
Categorie
  • Olismo
  • Riflessologia
Tags
  • olismo
  • origini
  • riflessologia
  • riflessologia plantare

L’interesse per i nostri piedi è un qualcosa che si ripropone dall’antichità in tutti gli angoli del mondo, in diverse civiltà. C’è sempre stato a livello universale la consapevolezza che dai piedi potesse partire un benessere diffuso in tutto il corpo. 

Uno dei rimedi popolari della Medicina Cinese per dormire bene è, ad esempio, quello di scaldare i piedi frizionando le zone plantari tra loro, in modo da portare calore verso il basso e alleggerire la testa dai pensieri che potrebbero rovinare il sonno.

Nell’antichità da oriente a occidente

Sia in Medicina Tradizionale Cinese che in Ayurveda, l’attenzione ai piedi è sempre stata somma: vuoi per una intuizione sull’importanza dei piedi per il ritorno venoso e linfatico, vuoi per l’innegabile ruolo che i piedi hanno nella nostra quotidianità.

Anche gli antichi Egizi ci mostrano l’importanza che assegnavano alle nostre estremità: nella famosa piramide chiamata “Tomba del Grande Medico”, risalente al 2263-2423 a.C. si può ammirare un affresco dove si nota un massaggio eseguito sui piedi e sulle mani.

Il massaggio istintivo ai piedi ha accompagnato l’uomo nella sua storia, soprattutto nei momenti in cui le scarpe non erano comode come quelli attuali e i chilometri fatti a piedi erano tanti tanti di più e su percorsi impervi. Negli anni bui del massaggio in Europa, quando non si poteva massaggiare il corpo per non vederlo svestito, molto probabilmente il piede rimaneva come l’unico spiraglio di benessere per un corpo martoriato. Una testimonianza ci arriva da Benvenuto Cellini, scultore del 1500, che nella sua autobiografia racconta di aver risolto dolori diffusi in tutto il corpo con forti pressioni sulle dita di mani e piedi.

La Riflessologia Moderna

La riflessologia moderna nasce con il dr William H. Fitzgerald, un otorinolaringoiatra statunitense nato nel 1872 e laureatosi in medicina nel 1895, per poi continuare parte dei suoi studi anche a Londra, Parigi e Vienna. Pare che proprio nella capitale austriaca ebbe modo di leggere alcuni lavori del Cinquecento in cui si parlava di digitopressioni in punti particolari di mani e piedi per alleviare il dolore all’intero corpo. Da qui sviluppò quella che definì terapia zonale.

Per Fitzgerald il nostro corpo è diviso in dieci linee immaginarie che iniziano dalla testa e raggiungono mani e piedi, dividendo il corpo in zone e su un asse frontale e posteriore. Ogni zona delimitata da queste linee ha un particolare flusso energetico (e una relativa innervazione centrale-periferica) in modo che lavorando con delle pressioni su un’estremità posso portare giovamento su tutta la parte delimitata. Nei piedi troviamo cinque di queste linee sul piede destro e cinque sul piede sinistro. In più sui piedi posso tracciare delle linee orizzontali, in tutto tre: una alle base delle dita, una a circa metà delle ossa corte e una a livello del calcagno.

Il prezioso sviluppo di Eunice Ingham

Nel 1917 Fitzgerald pubblicò il suo lavoro “Zone Therapy” che attirò l’attenzione di un altro medico Joe Shelby Riley. Non fu, in realtà, lui a rivoluzionare ulteriormente la riflessologia, ma una sua assistente Eunice Ingham, che spostò l’attenzione della terapia zonale principalmente ai piedi. Fitzgerald usava principalmente attrezzi per stimolare i punti (pettini, pennini…), la Ingham che nasceva come massoterapista si concentrò sulla sensibilità delle sue mani. Fu lei a mappare il piede come lo conosciamo e studiamo noi oggi: nel 1938 pubblicò il suo testo Stories the feet can tell e passò il resto della sua vita a divulgare questa tecnica. Fitzgerald morì nel 1942, la Ingham nel 1974 lasciando parecchi allievi innamorati della sua disciplina innovativa. Tra questi, una delle più famose è Hanne Marquand che fonò in Germania una prima vera scuola, mentre in Italia la divulgazione fu portata avanti da Elipio Zamboni, un massofisioterapista formatosi in riflessologia proprio nella scuola tedesca e che nel 1987 fondò la sua scuola di riflessologia, la prima in Italia.

Da allora sempre più operatori hanno studiato ed amato questa disciplina olistica che è davvero completa e regala risultati sorprendenti.

Un sorriso!

Elena

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