In ogni trattamento olistico, scegliere se e quale musica mettere può fare la differenza; il nostro udito percepisce i suoni e regala emozioni a corpo e cervello, dando risvolti importanti a livello di rilassamento e riequilibrio energetico. Vi è uno studio importante e in continua evoluzione, ad esempio, sulla musica a 432hz che va a ridare il corretto ritmo ad un corpo stressato.
L’orecchio è l’organo attore di tutto questo, che non si occupa solo di udito ma anche di equilibrio.
Le nostre orecchie vengono suddivise in tre zone: esterna, media, interna ed è formato da elementi di natura cartilaginea, ossea, muscolare, senza farsi mancare, ovviamente, nervi, vasi sanguigni, ghiandole sebacee e ceruminose.
La parte più visibile è l’orecchio esterno, composto principalmente dal padiglione auricolare, una struttura cartilaginea, dove vengono individuate due rime ricurve dette elice e antielice. Abbiamo poi due sporgenze, che chiamiamo trago e antitrago, il lobo, formato da tessuto adiposo, e la conca, che è la regione che dà poi spazio al condotto uditivo esterno. Quest’ultimo è un condotto lungo dai 2,5 ai 4 cm con una curva a S, che porta dal padiglione auricolare al timpano: ha una prima parte fatta di cartilagine, mentre l’ultimo tratto è di natura ossea, che fa parte dell’osso temporale e viene definito come bolla uditiva o bolla timpanica. La cute del condotto uditivo è ricca di ghiandole sebacee e ceruminose che sono quelle che secernano il cerume che fa da protezione dell’orecchio da eventuali minacce esterne.
La faccia esterna del timpano fa da separazione tra orecchio esterno e orecchio medio.
L’orecchio esterno è composto da diversi muscoli e legamenti, anche se i muscoli non lavorano moltissimo (sono pochi infatti quelli che riescono a muovere le orecchie).
Procedendo verso l’interno troviamo, in primis, il timpano o membrana timpanica e poi la cavità timpanica, dove troviamo i tre famosi ossicini che tutti noi ricordiamo dai tempi della scuola: martello, incudine e staffa.
Il timpano è una sottile membrana di forma ovale che trasmette le vibrazioni sonore alla catena dei tre ossicini successivi.
Martello, incudine e staffa hanno la funzione di ricevere le vibrazioni sonore, di amplificarle e di trasmetterle all’orecchio interno; vengono anche chiamati “catena degli ossicini” proprio perché lavorano in perfetta catena e sintonia.
Nell’orecchio medio troviamo la tromba di Eustachio o tuba uditiva che mette in comunicazione la cavità timpanica con la faringe: ha il compito di mantenere la giusta pressione a livello timpanico e di impedire ai rumori che arrivano dall’interno del nostro corpo (come della respirazione o deglutizione) di interferire con la decifrazione dei suoni che arrivano dall’esterno.
Il confine tra orecchio medio e interno lo definiscono due membrane dette finestra ovale e finestra rotonda, che trasmettono le vibrazioni ad un liquido particolare, l’endolinfa.
L’orecchio interno è situato in una cavità dell’osso temporale, detto labirinto osseo. Questa parte interna è formato dall’apparato vestibolare e dalla coclea, il cui insieme viene definito in anatomia labirinto membranoso. Al loro interno scorre un liquido (all’esterno si chiama perilinfa, all’interno endolinfa) che fa da ammortizzatore tra le varie strutture e le pareti ossee, che permette la corretta percezione dei suoni e partecipa ai meccanismi che ci mantengono in equilibrio.
L’apparato vestibolare è a sua volta formato da vestibolo e canali semicircolari e contiene gli otoliti, dei cristalli di carbonato di calcio che con delle cellule ciliate regolano l’equilibrio.
La coclea assomiglia ad una chiocciola ed è la struttura che percepisce i suoni e manda l’impulso al cervello da elaborare.
Al prossimo massaggio, per un attimo ponete attenzione alla musica e pensate a quanto lavoro fa il vostro corpo anche solo per decidere se vi piace o meno il sottofondo musicale.
Un sorriso,
Elena