La rigidità fisica può essere accompagnata da una forma di rigidità mentale. Per definizione olistica, corpo mente spirito sono sulla stessa lunghezza d’onda e tante volte, per l’appunto, il nostro corpo rispecchia un modo di pensare o un atteggiamento mentale.
A me è questa concetto è apparso ancora più chiaro qualche tempo fa quando nel mio studio entrò Cristiana (ovviamente nome di fantasia).
Cristiana mi è apparsa come una ragazza dal fisico atletico,muscoloso al punto giusto, alta, solare, con un viso molto dolce. Mi parla di sé, dei suoi problemi , del perché abbia scelto di venire da me. Mi racconta che da qualche tempo soffre di contratture diffuse, si rende conto di avere una rigidità muscolare che prima non c’era. Soffre soprattutto al momento del risveglio e nei momenti di maggiore carico di stress.
Non ha mai praticato con costanza sport, ma è sempre stata una ragazza dalla vita dinamica, attiva: grande amante dei viaggi, grande amante della natura. Passava i suoi fine settimana tra montagna e gite in città, per visitare musei, per scoprire posti nuovi.
Poi ha cambiato lavoro, ha cambiato giro d’amicizie, in seguito, alla fine di una storia d’amore, una fine senza drammi, senza ripicche o rancori, ma che, appunto, ha portato un cambiamento nella sua vita.
Non viaggia più, si è impigrita, non legge neanche più, altra sua grande vecchia passione. Lei ha visto questa sua trasformazione come un evolversi della sua esistenza, un girar pagina. Ora si dedica alla meditazione, si sveglia ogni mattina all’alba per meditare, fa volontariato, aiuta in parrocchia, sente l’esigenza di essere d’aiuto agli altri. Solo che questa rigidità muscolare inizia a preoccuparla.
Decidiamo insieme di provare con il Thai Massage: un trattamento che arriva dalla Thailandia e che viene spesso descritto come yoga passivo. Un trattamento lungo che si esegue a terra sul futon, con il ricevente vestito, dove l’operatore va a lavorare con pressione mirate e ritmata per portare il ricevente ad assumere delle posizioni yoga.
Alla fine del primo trattamento parliamo ancora un attimo e mi rendo conto di come, comunque, Cristiana, abbia anche una forma di rigidità mentale: si autoimpone degli impegni che non sente suoi, non trapela gioia dei suoi resoconti sul volontariato né pare trarre giovamento dalle ore di meditazione.
A distanza di una decina di giorni ci rivediamo e mi racconta di leggero miglioramento a livello muscolare durato per qualche giorno dopo il nostro primo incontro. Le dico che ho pensato alle sue parole, che ho meditato su quello che mi ha detto quello che mi ha raccontato, e che mi pare che dietro alla sua rigidità fisica ci sia un’autodisciplina severa che le impone rigore fisico.
Per questo le propongo di continuare con i trattamenti Thai, uniti alla floriterapia di Bach. In particolar modo le propongo l’assunzione dell’unico rimedio di Bach che non è floreale: Rock water. È il fiore adatto per tutte le situazioni di rigidità, per quando ci ha imponiamo una disciplina che non sentiamo nostra.
Cristiana all’inizio, come da previsione, decide solo di continuare con il massaggio thai dicendomi che avrebbe pensato al discorso della floriterapia.
Ci rivediamo per mese circa, in tutto altri tre trattamenti dopo il primo, dove un miglioramento c’è ma non così soddisfacente né per me né per lei.
Le ribadisco il concetto di lavorare anche sulla sfera vibrazionale emozionale e, a questo punto, forse anche per la situazione energetica sbloccata dal Thai, decide di prendere i fiori.
Continuiamo soprattutto con la floriterapia per altri tre mesi.
Cristiana rinasce, riprogetta viaggi, torna a fare quello che le piace davvero, scopre il piacere e non il dovere di fare volontariato.
La rigidità muscolare è un ricordo,così come il dolore diffuso mattutino.
Il bello del mondo olistico è che aiuta le persone a ritrovare se stessi…
Un sorriso!
Elena