Da reminiscenze scolastiche sull’Iliade sappiamo che il tendine d’Achille ha un’importanza notevole… Al di là della mitologia greca il tendine di Achille o tendine calcaneale è noto per essere il tendine più grande del nostro corpo, con uno spessore di circa 5/6 millimetri e una lunghezza di circa 15 centimetri.
Intanto, ricordiamoci che un tendine è una parte di tessuto connettivo fibroso, con una certa flessibilità, grazie al contenuto di collagene, che unisce un muscolo scheletrico ad un osso. (i muscoli non scheletrici non hanno quindi tendini 😊).
Fanno un pochino da “tiranti”, tra muscoli ed ossa, in modo da permetterci il movimento.
Il tendine d’Achille connette i muscoli del polpaccio al tallone o calcagno. Inizia più o meno a metà polpaccio andando così a collegare il gastrocnemio ed il soleo al piede, permettendoci di camminare, correre e fare tutti i movimenti di flessione plantare del piede e della gamba verso la coscia.
È un tendine abituato al lavoro pesante: hanno calcolato che può sopportare uno stress di carico di 3,9 volte il peso del corpo quando camminiamo e 7,7 volte il peso del corpo quando corriamo.
Come tutti i tendini, ma ancor più lui visto il lavoro che svolge, può essere spesso a rischio infiammazioni (tendiniti) e lacerazioni.
La tendinite porta dolore e rigidità del movimento, mentre la rottura è molto più frequente tra chi fa sport che prevedono scatti. Possiamo trovare rotture dovute a traumi diretti, a traumi indiretti oppure rotture spontanee dovute a stress ripetuti. La rottura può essere parziale o totale, motivo per cui a volte la camminata non appare compromessa nonostante la lacerazione.
Anche i tendini, poi, invecchiano. Quindi, al di là dello sport ci sono altri fattori di rischio da tenere in considerazione per questo tipo di problematiche. L’età avanzata, soprattutto se sommata a diabete, sovrappeso e colesterolo alto, può portare ad un indebolimento progressivo del tendine, che può degenerare fino alla rottura.
Nei libri di massaggio di qualche anno fa (i primi della mia carriera risalgono al 1998) indicavano il tendine d’Achille come una zona troppo delicata per poterla massaggiare; mentre nel massaggio orientale si dava sempre spazio alla stimolazione della zona. Con gli anni, le tecniche si sono confrontate e ad oggi, il tendine d’Achille non rientra più tra le zone interdette al massaggio.
Un sorriso,
Elena