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Ci sono clienti che vedi regolarmente e altri che arrivano solo quando da soli non ce la fanno e, spesso, questi sono i più impegnativi perché arrivano in studio alla ricerca di qualcosa di ben definito e preciso, con un X di tentativi già falliti.
Flavio è uno di questi clienti, un uomo di 60anni dalla grande cultura, dal forte interesse per il mondo olistico, seppur nella vita abbia sempre svolto un’altra tipologia di lavoro. Molto attento al suo star bene, ha uno stile di vita sano, fa sport, pratica yoga e meditazione, legge e studia tanto tantissimo e ammetto che ad ogni nostro incontro io mi sento sotto esame.
Una conferma dagli occhi
Flavio riappare nel mio studio la settimana scorsa, dopo circa un anno di assenza. Non mi dice quale sia il suo problema, vorrebbe fare una consulenza iridologica per avere delle conferme a qualcosa che già sa, ma che ha bisogno di ribadirsi.
Di prassi, le mie consulenze iridologiche partono con una fase di colloquio e qui emerge la sua difficoltà del momento, il suo malessere che appare fisico ma sente arrivare da un piano emozionale.
Bollare il problema di Flavio come ansia, sarebbe riduttivo: si l’ansia c’è come un pochino in tutti noi in questo periodo, ma poi c’è la preoccupazione per il figlio che fa l’infermiere, per la moglie che gestisce una scuola d’infanzia privata. C’è la difficoltà di aver pazienza con una madre affetta da demenza senile, c’è l’angoscia di un’alluvione che gli ha portato via una parte della sua seconda casa, che era il suo rifugio sereno, il suo piccolo regno dove passava ore e ore a studiare e leggere.
Mi parla di un dolore al fianco, che gli era già apparso 25 anni prima tale e quale ad oggi e che non aveva nulla a che fare con un problema addominale. E poi ha questa mancanza d’aria, questa necessità fisica di stare all’aperto e vorrebbe partire, andare, visitare città, musei… Una sete di sapere che ho visto in pochissime altre persone che ho incrociato.
L’analisi iridologica
Scatto le foto ai suoi occhi e gli dico quello che vedo e pian piano cambia espressione, sembra alleggerito. Gli dico che la sua parte mentale è in sovraccarico, che i suoi pensieri contorti lo stanno minando anche sul piano fisico. L’iride mostra segni di stress con un surplus di lavoro delle ghiandole surrenali, segnala una rabbia repressa che sta intossicando il corpo e la mente.
Gli suggerisco di staccare la mente, di evitare di lavorare troppo con i chakra superiori e di concentrarsi sulla parte più materiale della vita: di passare qualche ora al giorno nel qui ed ora, cercando di fare attività che gli impongano di non far partire la mente verso pensieri contorti e lontani. Di evitare libri di filosofia e scegliere magari un bel libro giallo che obblighi a stare attenti per trovare l’assassino, di fare attività fisica ma di coordinazione e non ripetitiva in modo che la mente sia ancorata al corpo. Di imparare qualcosa di nuovo, che imponga un livello di concentrazione e di attenzione.
Pensare meno, in sostanza, per stare meglio: fermare il vortice dei pensieri per trovare nuove soluzioni.
Questo in sintesi il messaggio racchiuso negli occhi di Flavio. Che non vedrò per altri mesi, perché ha ottenuto la risposta ed ora è in grado di lavorarci su da solo, senza bisogno di un supporto o di una guida.
Credo di aver superato anche questa volta l’esame Flavio 😊, ringrazio di averlo inserito come ultimo cliente della giornata, perché mi ha provata!
Ma quanto è bello però il nostro lavoro??
Un sorriso!
Elena