Per quei momenti che accadono a certe persone in cui l’angoscia è tanto grande da sembrare insopportabile. Quando la mente o il corpo sentono di aver raggiunto il limite della sopportazione, e che sia giunto il momento di cedere il passo. Quando sembra non rimanere altro che distruzione e annientamento da affrontare. ” Queste le parole di Edward Bach per descrivere il suo rimedio Sweet Chestnut, destinato a dare conforto nel momento in cui ci si sente in un tunnel senza uscita, quando sembra di non vedere nessuna via di fuga e si ha l’impressione di essere abbandonati ad un destino che sa di sconfitta totale.
Il castagno dolce per addolcire una sofferenza così profonda che dilania l’anima, con un’ansia estrema, un senso di isolamento profondo e una desolazione che non permette di vivere la quotidianità.
Non è un Fiore che si usa di frequente, per fortuna e spesso e volentieri mi sono sentita in difficoltà nel portare un esempio pratico di applicazione. Poi una mia cliente mi ha chiesto una consulenza floriterapica e dopo un paio di minuti di chiacchierata mi è stato subito chiaro come questo fosse il Fiore.
Amalia ha 43 anni, una vita ad inseguire il posto fisso nella scuola. Anni e anni di studi non solo per diventare insegnante, ma anche psicoterapeuta, poi la scelta di dedicarsi alla didattica nelle scuole elementari. Una vita intesa la sua, con una madre difficile, un padre morto quando era preadolescente, i suoi 20 anni da ribelle contestatrice fuori dagli schemi in giro per il mondo tra una sessione di esami e l’altra all’università.
Poi la scelta a 32 anni di fermarsi in una città di provincia, un pochino chiusa, ma con tanta natura attorno e tempi più lenti, quasi si fosse stancata di correre. Gli anni di supplenza, l’inizio di una convivenza diventata matrimonio, il tanto agognato posto fisso che pareva un punto d’arrivo sereno. Due anni fa.
Il punto d’arrivo, in realtà, per Amalia è stato l’inizio del baratro, ma non se n’è accorta subito. Insoddisfazione a livello lavorativo, un suocero invadente, una madre che con l’età non migliora di carattere. Se sia felice in amore oppure no… non l’ho capito.
Nel 2020 oltre a quello che abbiamo passato tutti, un intervento chirurgico al ginocchio che non va come deve, un secondo ritorno in sala operatoria, mesi a casa di dolori forti, una fisioterapia intensa e risultati che tardano ad arrivare.
Amalia non sa cosa vuole fare del suo domani, sa che non ha più un suo posto nel mondo, ma non trova una via di fuga. Se per qualche mese era stata arrabbiata, frustrata, amareggiata, ora ha l’atteggiamento della resa. Ha un caos dentro che non sa definire, ma la cosa che più la fa star male è che sente che si sta perdendo, che pian piano si sta arrendendo a questa vita che non le va bene. Non vede via di fuga e non ha più voglia di lottare. Sente che si sta facendo portare dalla corrente, che si sta convincendo che va bene così con la sua casetta, la sua famiglia non da mulino bianco ma neanche così male. Ed è questa resa che le pesa. Ha raggiunto il limite di sopportazione, ma non ha più voglia di lottare.
racoli non li fanno. Però l’assumere il Rimedio, il sapere di avere la boccettina dei Fiori lì come amica a portata di mano, può essere l’appiglio mentale per iniziare ad emergere pian piano da una situazione alienante.
Ad oggi sono 20 giorni che Amalia assume i Fiori circa 4 volte al giorno e un pochino l’atteggiamento inizia a cambiare. Mi ha mandato un messaggio due giorni fa per dirmi che ha di nuovo voglia di litigare e che sta cercando una soluzione al suo tutto ingarbugliato…
Diciamo che lo scopo mio e di Amalia è passare presto ad un altro Fiore, che sappia meno di sopportazione e più di voglia di cambiare e di lottare per ritrovare il sorriso.
Un abbraccio!
Elena