I botanici la conoscono come Arbotano, ma per tutto il mondo si chiama Artemisia, la pianta delle donne e dei pellegrini. Scopriamo il perché.
Se vi trovaste a passare nei pressi di un cespuglio di Artemisia, di sicuro sentireste un vago odore di agrumi, che ricorda quello della citronella: già, perché questa pianta emana un gradevole profumo, con intense note canforate, che nel Medioevo la rendeva utilissima per allontanare tarme e insetti dagli armadi.
Ma il suo utilizzo risale a ben prima dell’anno mille. Questa pianta, infatti, era già conosciuta da greci e romani, che la coltivavano negli orti domestici per usarla in cucina: le foglie, dal vago sapore piccante, erano perfette per aromatizzare le carni, mentre le proprietà dell’Artemisia venivano sfruttate dai medici dell’epoca per alleviare tutti quei disturbi femminili legati al ciclo mestruale.
E probabilmente è proprio questa la ragione del suo nome: sì, perché il nome di questa pianta deriva da Artemide, dea della caccia, dei boschi, ma anche della verginità. Secondo altre convinzioni, il nome è legato, invece, alla parola greca “artemes”, che vuol dire sano, ma alla fine, poco importa.
Ciò che interessa, invece, è che con questa pianta è possibili trattare un gran numero disturbi, in modo del tutto naturale e senza effetti collaterali.
Nella saga di Harry Potter, l’Artemisia possiede poteri magici, che in quel mondo fantastico vengono sfruttati per proteggere i viaggiatori. I libri della Rowling sono delle bellissime fiabe, ma questo dettaglio getta le radici in usanze antiche: secondo una leggenda cristiana, infatti, questa pianta nacque nel Paradiso terrestre, allo scopo di impedire l’avanzata del serpente e proteggere l’uomo. Pensate, a partire da questa leggenda, l’Artemisia venne considerata per secoli la pianta protettrice dei pellegrini, che ne infilavano qualche foglia nelle scarpe per combattere stanchezza e pericoli. Incredibile, vero?
Oggi le proprietà dell’Artemisia vengono sfruttate dalla medicina naturale per trattare un gran numero di disturbi, a cominciare da quelli tipicamente femminili. Questa pianta, infatti, sprigiona un’importante azione antispasmodica e emmenagoga, una caratteristica che la rende perfetta per regolare il ciclo mestruale, attenuare i dolori del ciclo e, pensate, pare che possa contribuire addirittura ad accelerare i tempi del parto e dell’espulsione della placenta.
Gli oli essenziali, inoltre, la rendono un discreto antisettico ed espettorante, ma l’Artemisia può essere impiegata anche per combattere parassiti intestinali e regolare la digestione, favorendone il corretto svolgimento di tutte le fasi.
Le proprietà antitumorali dell’Artemisia, poi, sono una delle ultime scoperte dei ricercatori che ne stanno esplorando le potenzialità. In questo caso, però si tratta ancora di esperimenti in vitro, pertanto lasciamogli il tempo per approfondire la questione, prima di pensare di ricorrervi.
Questa pianta è abbastanza comune nel nostro paese, quindi non vi dovrebbe risultare difficile poterne trovare qualche cespuglio, soprattutto nelle zone incolte e lungo i fiumi. Ovviamente, in alternativa, potrete sempre ricorrere alla più vicina erboristeria.
Con il preparato secco sarà possibile preparare delle ottime tisane, perfette sia per alleviare i disturbi mestruali, sia per godere delle sue proprietà espettoranti. La tintura madre, invece, sarà più adatta per regolare il ciclo mestruale e la digestione.
In tutti i casi, evitate di assumerla durante la gravidanza e l’allattamento, perché il suo sapore amarognolo potrebbe rendere il vostro latte poco appetibile per il bambino. In tutti gli altri casi, alle dosi consigliate, le proprietà dell’Artemisia contribuiranno a farvi stare meglio, in modo del tutto naturale.
Grazie a tutti!
Andrea