I miei studi in campo olistico nascono con il tuinà e la Medicina Tradizionale Cinese e ricordo che alla fine del triennio il mio insegnante ci insegnò le tecniche complementari al massaggio come moxa, coppettazione e Gua Sha. Sono passati gli anni – tanti sigh! – e queste tecniche antiche che prima erano destinati a pochi, ora sono sempre più diffuse, magari anche in ambiti diversi. Ne è esempio lampate il Gua Sha che negli ultimi mesi è diventato conosciutissimo, usato anche dalle star nella versione massaggio anti age del viso.
La tradizione letterale di questo termine pare essere “grattare via la febbre”, “togliere calore” e serve tradizionalmente per liberare i ristagni, soprattutto in zone dove la coppettazione non riesce ad essere così incisiva, ma anche in abbinamento ad essa. La sua azione è molto profonda ed immediata e consiste nello strofinare la pelle con uno strumento che può essere di legno, plastica o di giada, come quelli diffusissimi oggi. Ha la forma che ricorda un plettro anche se è di circa 8/10 volte più grande.
Lo strofinamento intenso, effettuato dopo aver applicato un olio, va a stimolare la circolazione sanguinea e linfatica in modo da riattivare l’energia stagnante che può dar luce a contratture, rigidità muscolare, crampi e dolore cronico.
Lo si pratica su tutto il corpo seguendo il decorso dei meridiani energetici o su specifiche mappe, cercando di non insistere troppo sul punto del dolore, ma lavorandoci attorno, quasi aggirando la parte. Questo è una metodica di lavoro che si trova spesso nel modus operandi antico: il punto dolorante è il punto di groviglio energetico e allora si smuove la parte intorno per creare via di fuga all’energia intasata.
Il Gua Sha lavora sul calore e sulla dispersione per questo si dice che agisce sugli stati febbrili.
Come effetto collaterale abbiamo i segni che rimangono sulla pelle per un paio di giorni, qualcuno in più se la cute è particolarmente delicata.
Il raschietto cinese viene da secoli usato, inoltre, a fini di bellezza. Quello che ultimamente abbiamo riscoperto, non è altro che una tradizione antica usatissima dalle donne orientali sia per apparire più belle sia per concedersi un momento di relax a fine giornata.
Per il massaggio del viso si sceglie uno strumento di quarzo rosa o di giada per sfruttare anche le proprietà della cristalloterapia. Il Gua Sha sul viso allevia le tensioni, riduce il gonfiore, stimola la circolazione aiutando i tessuti a rimanere più tonici e meno provati dai segni del tempo. Il massaggio che si ottiene è dolce ma anche profondo: va da sé che non si usa lo stesso vigore che si userebbe su una schiena e, quindi, non abbiamo segni rossi come effetti negativi nel trattamento viso. Utile l’applicazione di un olio o di una crema per idratare maggiormente i tessuti.
Se praticato con costanza si noterà un colorito sano e un miglioramento della grana della cute, in più l’automassaggio diventa un rituale quotidiano che regala relax e calma la mente.
Se funziona sta a voi scoprirlo!
Fateci sapere!
Un sorriso!
Elena