Duhkha è forse il concetto più complicato da capire, sia nella filosofia buddista, che nell’Ayurveda. Ma è da qui che parte il percorso di quell’evoluzione personale che cercate da sempre.
La filosofia di vita indiana, quella dell’Ayurveda, è molto lontana dalla nostra. E non solo perché comprende riti, usi e abitudini completamente diversi dai nostri, ma perché si fonda su principi che alla nostra cultura, impregnata di concetti cristiani, sono totalmente estranei. Uno di questi è il principio di Duhkha.
Questo pilastro, su cui si fonda buona parte della filosofia di vita indiana, non è appannaggio della sola Ayurveda, anzi, è preso seriamente in considerazione anche dal Buddismo. Nonostante ciò, è approcciato in modo diverso: se il Buddismo, infatti, ritiene essenziale comprendere le cause di Duhkha per poterlo superare, nel contesto dell’Ayurveda è invece necessario sperimentarlo per poter apprezzare il suo opposto, Suhkha, ossia la felicità.
Siete confusi? Vediamo di approfondire meglio.
Se proprio vogliamo tradurre il termine Duhkha, dobbiamo ricorrere alla traduzione dal sanscrito: Du significa “difficile”, kha può essere tradotto come “sopportare”. Probabilmente è per questa ragione che questa parola viene spesso intesa come sofferenza, ma chi vuole davvero comprendere il significato più profondo di questo termine, dovrebbe tralasciare le traduzioni letterali e cercare di comprenderne il senso più profondo.
Duhkha è parte integrante delle Quattro Nobili Verità degli insegnamenti buddisti, che tentano di descrivere le verità dell’universo e della realtà:
Ma se pensate che Duhkha si riferisca alla sola sofferenza fisica, siete fuori strada.
Buddha insegna che nell’esistenza umana sono presenti tre categorie di Duhkha, dai quali si può uscire solo trascendendoli:
Siete sopraffatti? Comprensibile, letta in questo modo sembrerebbe che la filosofia ayurvedica e quella buddista siano foriere di sole cattive notizie e che l’essere umano sia condannato a vivere una vita di sofferenze e insoddisfazioni. Ovviamente non è così.
Perché sia il Buddismo che l’Ayurveda insegnano che da questa spirale si può uscirne. Anzi, superare questa condizione innata di sofferenza è il compito ultimo dell’esistenza umana. Liberandosi dai Duhkha, è infatti possibile elevare il proprio spirito e comprendere appieno la realtà della vita. Non è compito facile, ma nemmeno impossibile. Sta a voi.
Grazie a tutti!
Andrea