La febbre è un forte segnale di reazione del nostro corpo, di fronte ad un qualcosa che non va; viene definita come un meccanismo di autodifesa dell’organismo nei confronti di virus e batteri.
Con la febbre abbiamo una variazione della termoregolazione corporea, determinata da una serie di reazioni chimiche che vedono luce nell’ipotalamo. La sostanza è che il nostro cervello va a modificare la temperatura corporea per accelerare il metabolismo e potenziare il sistema immunitario, in modo che sia più attivo nel combattere l’infezione.
Tante possono essere le cause della febbre e non è detto che febbre alta sia indice di patologia grave. Avere la febbre è un bel lavoro per il nostro corpo, che si affatica moltissimo con il rialzo della temperatura, per questo motivo viene sempre consigliato di tenerla sotto controllo.
L’ipotalamo è la parte del nostro corpo che si assume il compito di gestire la nostra temperatura, che non è, comunque, sempre uguale anche quando siamo in perfetta salute. Infatti di solito è più alta al mattino o subito dopo mangiato. Davanti ad un fermento del sistema immunitario, l’ipotalamo viene invitato ad alzare la temperatura del corpo a causa di sostanze definite pirogene.
Alzandosi la febbre, il corpo mette in gioco tutte le sue riserve energetiche e tutto l’organismo si concentra sul potenziamento del sistema immunitario.
Varie, per l’appunto, le cause che possono essere esogene o endogene.
Gli attacchi febbrili vengono di prassi suddivisi in fasi.
Abbiamo una fase iniziale detta di ascesa o prodromica dove il corpo produce le prostaglandine, sostanze piroinfiammatorie che vanno a rispondere alle infezioni. Queste sostanze presenti nel sangue, raggiungono i neuroni dell’ipotalamo che dà -come dicevamo- il via all’innalzamento della temperatura. In questa fase viviamo un momento di vasocostrizione e di stimolazione della tiroide e per questo proviamo freddo e brividi.
La seconda fase viene detta acme febbrile o fase del fastigio e dura per tutto il tempo in cui il corpo produce prostaglandine, quindi, fino a quando siamo a contatto con i fattori patogeni. In questo momento si avverte calore, di solito la pelle è arrossata, la frequenza cardiaca e respiratoria sono accelerate e si sentono sintomi come mal di testa e dolori articolari.
La terza fase prende il nome di defervescenza ed è la fase in cui la febbre inizia a scendere o pian piano o velocemente così come cala la produzione di prostaglandine. In questo momento l’ipotalamo è inviato a riportare la temperatura a valori normali ed è normale sudare.
Gli episodi di febbre creano grande scompenso nel nostro corpo, per cui, così come è fondamentale capire cosa abbia causato il rialzo febbrile, diventa essenziale concedersi tempo per riprendersi senza correre troppo.
Un sorriso,
Elena