Dal gusto particolare, a metà strada fra quello degli agrumi e l’acidulo dei pomodori, l’Alchechengi è un efficace diuretico e stimolatore del sistema immunitario. Scopriamo il perché.
A parte i pasticceri, che le utilizzano per decorare le torte, in pochi conoscono le bacche di Alchechengi. Ed è un peccato, perché le sua capacità di trattare le vie urinarie e rafforzare il sistema immunitario sono davvero straordinarie.
Dal Caucaso all’oriente, questa pianta cresce indisturbata un po’ dappertutto, tanto che se da noi è soprattutto sfruttata per le sue proprietà terapeutiche, in oriente ha una vera e propria funzione alimentare. Pensate, in Giappone i semi dell’Alchechengi vengono addirittura utilizzati durante le affascinanti cerimonie buddiste, come offerta per accompagnare le anime dei defunti nel loro lungo viaggio.
Anche il nome è decisamente suggestivo: è una sorta di latinizzazione del termine arabo “al-kakang”, che vuol dire lanterna giapponese. Cosa c’entrano le lanterne giapponesi? Queste bacche le ricordano moltissimo: la forma è quella di un pomodorino, ma piccolo come una ciliegia ed è avvolto da curiose foglie sottilissime, che ricordano la carta velina. L’aspetto è, quindi, quello di una piccola lanterna giapponese, all’interno della quale si nasconde una bacca dalle proprietà inaspettate.
In Oriente questa pianta è molto usata per abbellire i giardini, pubblici e privati, ma sebbene anche da noi cresca senza problemi, è conosciuta quasi solo per le sue proprietà terapeutiche.
Innanzitutto è un valido diuretico, perfetto per stimolare la diuresi, ma sopratutto per il trattamento di nefriti, gotta e tutte quelle problematiche correlate all’eccessiva presenza di acido urico. Inoltre, si configura come un ottimo rimedio naturale per depurare l’organismo e combattere la ritenzione idrica.
Ma è soprattutto la vitamina C, che rende l’Alchechengi un interessante rimedio naturale. Considerate che 100 grammi di queste bacche ne contengono addirittura 11 milligrammi, addirittura più del limone e di moltissimi altri frutti. Questo fatto lo rende un valido supporto contro i malanni di stagione e un ottimo integratore per rafforzare il sistema immunitario.
E per concludere, vale la pena ricordare la sua blanda azione lassativa, motivo per il quale è sempre meglio assumerne in quantità limitate.
Insomma, i benefici dell’Alchechengi sono innegabili. Vediamo quindi come assumerlo.
Come per ogni tipo di frutto e bacca, il modo migliore per assumere l’Alchechengi è consumarlo fresco. Il problema è che trovarlo potrebbe rivelarsi una missione impossibile. È infatti molto difficile che possiate trovarlo al supermercato sotto casa, piuttosto provate presso negozi che vendono cibi esotici.
In alternativa, in erboristeria troverete senz’altro bacche di Alchechengi essiccate o in polvere, utilizzate soprattutto per realizzare infusi o aromatizzare dolci.
Un altro modo per apprezzare le proprietà di queste bacche è quello di preparare gustose marmellate, da spalmare sul pane o inserire in torte e crostate, altrimenti potrete farle diventare un prelibato snack, immergendole nel cioccolato fondente, preventivamente sciolto a bagnomaria.
Vale la pena di ricordare che dell’Alchechengi è possibile consumare solo le bacche vere e proprie: attenzione a non ingerire le foglie che avvolgono la bacca, perché contengono solanina, un alcaloide tossico, in grado di procurare forti mal di testa, nausea, vomito e diarrea.
Grazie a tutti!
Andrea