Lo scheletro è la nostra struttura portante, che ci sorregge, ci protegge e ci permette il movimento.
Si parla di frattura quando un osso perde la sua continuità di solito a causa di un trauma, più raramente può essere spontanea.
La frattura si presenta con inteso dolore, impossibilità di fare movimenti, tumefazione e, a volte, deformazione della zona.
Le fratture vengono classificate in vari modi. Intanto, come dicevamo, può essere causata da un trauma, oppure essere spontanea a causa di una patologia (la più frequente è l’osteoporosi).
La frattura viene detta diretta quando si colloca nella zona traumatizzata; è detta indiretta se interessa un osso lontano dalla zona colpita. Il tutto è determinato dalle forze applicate al corpo dal trauma che si subisce, che possono essere di torsione, flessione, compressione o di strappo.
Avremo la frattura nel momento in cui il trauma creerà una forza tale da superare la resistenza dell’osso.
Ci sono anche fratture causate da stress o sovraccarico funzionale, dettate da una ripetizione continua di una medesima sollecitazione; un classico esempio, di solito riportato nei testi, è la frattura del metatarso nei marciatori.
La frattura viene definita composta quando i segmenti dell’osso rimangono nella loro sede anatomica, scomposta quando, invece, questi si spostano.
Viene detta chiusa se la cute rimane integra, esposta se l’osso diventa visibile, la cute è lesa e vi è, di conseguenza, un elevato rischio di infezione.
Andando oltre, una frattura viene distinta tra completa o incompleta se interessa tutto l’osso o solo una sua parte.
Abbiamo, poi, una distinzione tra stabile ed instabile a seconda che ci sia o meno un contatto tra i due segmenti ossei: se la frattura è instabile la guarigione di solito è più lenta.
Esiste una classificazione anche sulla base del numero di segmenti ossei: se ci sono solo due segmenti sarà una frattura semplice, se ci sono più frammenti viene detta comminuta o pluriframmentaria.
Un’ultima suddivisione ce l’abbiamo sulla base del percorso che segue la rima della frattura e che può essere trasverso, longitudinale, obliquo o a spirale.
La risposta veloce è…niente che possa peggiorare la situazione. Se non siamo esperti e adeguatamente formati è assolutamente vietato spostare una persona con una sospetta frattura alla colonna vertebrale: aspettare i soccorsi è d’obbligo. Così come è meglio non toccare una frattura esposta né insistere a far muovere la persona se la frattura è ad un arto ma crea un dolore immobilizzante.
Solo se la frattura è composta, è ad un arto e la persona si riesce a muovere, l’ideale è tenere la parte immobile e recarsi immediatamente al pronto soccorso per le valutazioni del caso.
Un abbraccio,
Elena