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Le fratture

Pubblicato da Elena e 21 Maggio 2021
Categorie
  • Anatomia
Tags
  • anatomia
  • fisiologia
  • frattura

Lo scheletro è la nostra struttura portante, che ci sorregge, ci protegge e ci permette il movimento.

Si parla di frattura quando un osso perde la sua continuità di solito a causa di un trauma, più raramente può essere spontanea. 

La frattura si presenta con inteso dolore, impossibilità di fare movimenti, tumefazione e, a volte, deformazione della zona.

Frattura diretta o indiretta

Le fratture vengono classificate in vari modi. Intanto, come dicevamo, può essere causata da un trauma, oppure essere spontanea a causa di una patologia (la più frequente è l’osteoporosi).

La frattura viene detta diretta quando si colloca nella zona traumatizzata; è detta indiretta se interessa un osso lontano dalla zona colpita. Il tutto è determinato dalle forze applicate al corpo dal trauma che si subisce, che possono essere di torsione, flessione, compressione o di strappo.

Avremo la frattura nel momento in cui il trauma creerà una forza tale da superare la resistenza dell’osso.

Ci sono anche fratture causate da stress o sovraccarico funzionale, dettate da una ripetizione continua di una medesima sollecitazione; un classico esempio, di solito riportato nei testi, è la frattura del metatarso nei marciatori.

Classificazione dei vari tipi di frattura

La frattura viene definita composta quando i segmenti dell’osso rimangono nella loro sede anatomica, scomposta quando, invece, questi si spostano.

Viene detta chiusa se la cute rimane integra, esposta se l’osso diventa visibile, la cute è lesa e vi è, di conseguenza, un elevato rischio di infezione.

Andando oltre, una frattura viene distinta tra completa o incompleta se interessa tutto l’osso o solo una sua parte.

Abbiamo, poi, una distinzione tra stabile ed instabile a seconda che ci sia o meno un contatto tra i due segmenti ossei: se la frattura è instabile la guarigione di solito è più lenta.

Esiste una classificazione anche sulla base del numero di segmenti ossei: se ci sono solo due segmenti sarà una frattura semplice, se ci sono più frammenti viene detta comminuta o pluriframmentaria.

Un’ultima suddivisione ce l’abbiamo sulla base del percorso che segue la rima della frattura e che può essere trasverso, longitudinale, obliquo o a spirale.

Cosa fare in caso di frattura

La risposta veloce è…niente che possa peggiorare la situazione. Se non siamo esperti e adeguatamente formati è assolutamente vietato spostare una persona con una sospetta frattura alla colonna vertebrale: aspettare i soccorsi è d’obbligo. Così come è meglio non toccare una frattura esposta né insistere a far muovere la persona se la frattura è ad un arto ma crea un dolore immobilizzante.

Solo se la frattura è composta, è ad un arto e la persona si riesce a muovere, l’ideale è tenere la parte immobile e recarsi immediatamente al pronto soccorso per le valutazioni del caso.

Un abbraccio,

Elena

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