Oggi volevo raccontarvi di una mia esperienza olistica, dimostrazione che siamo tutti corpo-mente-spirito.
Partiamo inquadrando i due protagonisti di questo articolo: il mio cliente che chiameremo Alberto e il massaggio riequilibrante.
Il massaggio riequilibrante è un trattamento che si pone come obiettivo quello di “risistemare” l’energia all’interno del nostro corpo: manovre appena abbozzate, utilizzo di mano radiante e mano assorbente (vi rimando a questo articolo se volete approfondire: link), tempi dettati dalla risposta energetica di chi è sul lettino. Si lavora a livello di punti energetici su mani e piedi e sui sette chakra principali, un qualcosa di sottile ma che sa essere molto potente soprattutto su chi riconosce e si cura della propria parte energetica. Un massaggio che difficilmente si propone a chi vuole un qualcosa di strong, con manualità avvolgente e/o forte.
Alberto è uno sportivo nato, con la testa d’agonista anche se da anni corre più solo per se stesso: la voglia di battersi, di andare oltre ai limiti gli è rimasta intatta da quando le gare le faceva contro gli altri e spesso le vinceva. Ha quella grinta che morde, tipica di chi si sfida e sa perfettamente come sta il suo corpo. A me si è sempre rivolto per il massaggio sportivo ed è sempre arrivato in studio con le idee ben chiare su che muscolo avesse più necessità di attenzioni; perfettamente orientato tra suddivisione di carico di lavoro e tipo di massaggio da ricevere. Anche caratterialmente un tipo preciso, ma non bacchettone, solare, carico di voglia di fare: una persona positiva con cui si lavora bene, perché ha chiaro il punto di arrivo, ma si rende conto degli imprevisti che si possono trovare per strada.
Per questo quando un pomeriggio mi arriva in studio un po’cupo in volto lo guardo strano. Alberto mi dice che è qualche giorno che non corre come al solito, le gambe non girano ma non gli sembra un discorso muscolare. Non ha cambiato alimentazione, non ha fatto ore piccole, di sicuro non ha avuto infortuni di percorso. Semplicemente non va. Così come non va come al solito la mente, che non riesce a focalizzarsi sulla questione lavorativa del momento. Un’impressione sua – mi dice – perché i tempi della corsa non sono così male e i colleghi non lo trovano fuori concentrazione. Tendenzialmente male non sta, ma qualcosa di non ben definito non fluisce come deve. Ed è quel verbo “fluire” che lui usa come termine più opportuno che mi suggerisce di proporgli un trattamento riequilibrante, per far fluire l’energia, che chissà perché ha deciso di rallentare.
Il trattamento lo lascia un attimo confuso, non sa dirmi se gli è piaciuto oppure no: di sicuro è un qualcosa che lavora ad un livello diverso e le nostre percezioni si devono abituare.
Mi dice che ha sognato, non un qualcosa di definito ma piccoli flash di vita e sprazzi di colore: ha visto del nero che diventava blu e poi un verde brillante che gli dava una sensazione di leggerezza e calma.
Non ci sono percezioni giuste o sbagliate nel riequilibrante: è energia che fluisce, che sblocca ristagni, che regola piccoli “traumi” emozionali, magari neanche percepiti che ci hanno mandato un attimo in stand by.
Ognuno ha le sue percezioni.
Le cause che possono portare ad un blocco energetico sono ovviamente infinite. Nel caso di Alberto, che ha voluto analizzarsi, domandarsi e cercare, probabilmente il tutto è stato generato da un raffreddore rimasto latente: un paio di starnuti svaniti in fretta e che hanno lasciato qualche intoppo a livello energetico.
Anche sui quanti trattamenti siano necessari dipende dalla risposta della persona: con Alberto ne è stato sufficiente uno e poi è tornato a correre come sempre.
Il bello del nostro mondo olistico è che ci permette di vedere tante sfumature e trovare tante possibili soluzioni.
Un sorriso,
Elena