Pulai tree in inglese. Tin pet lek in Thailandia. Pantung in Borneo. Sia come sia, sempre di Alstonia si tratta e le sue proprietà la rendono un rimedio naturale usato da sempre per combattere patologie e disturbi.
Questo albero non gode di buona fama: conosciuto anche come Pianta del Diavolo, in conseguenza di antiche credenze che lo ritenevano la dimora di demoni malvagi, in realtà l’Alstonia nasconde anche proprietà inaspettate.
Originaria delle zone tropicali, cresce soprattutto nelle zone paludose di Giava, Malaysia, Singapore, Thailandia, Sumatra e del Borneo, dove viene spesso utilizzata come trattamento antimalarico. Nonostante ciò, sono molte le sue proprietà terapeutiche, anche se non è mai consigliato affidarsi al fai-da-te, a causa dell’alto tasso di tossicità della pianta. Pensate, il suo utilizzo negli integratori è assolutamente vietato dalla normativa vigente!
Il nome completo di quest’albero è Alstonia Scholaris: dal suo legno infatti, i nativi dei luoghi in cui cresce ricavano da sempre la carta, ma anche scatole, fiammiferi ed ogni oggetto che richiede un legno morbido e malleabile. Pensate, nello Sri Lanka lo utilizzano persino per fabbricare le bare!
In occidente l’Alstonia è poco conosciuta, ma l’Ayurveda, invece, la tiene in grande considerazione, soprattutto per riequilibrare Kapha e Vata.
I principi attivi della pianta sono ditamine, echitamine, steroidi, acido clorogenico, che gli conferiscono uno sgradevole sapore amaro ed efficaci proprietà terapeutiche. A causa dell’alto contenuto di alcaloidi, però, la tossicità di questa pianta è decisamente alta, quindi l’unico modo per beneficiarne è quello di affidarsi a persone competenti, che sappiano dosarla nel modo più corretto. Pensate, nei suoi semi sono addirittura contenuti alcaloidi allucinogeni: una vera pianta del diavolo!
Detto quanto sopra, però, gli indiani utilizzano masticare bastoncini di Alstonia Scholaris per lavarsi i denti: grazie alla sua azione antibatterica, infatti, è per loro il modo più efficace di mantenere in salute il cavo orale.
Inoltre, l’Ayurveda ne sfrutta le proprietà per combattere episodi, anche violenti, di diarrea e in funzione antipiretica, sia quando la febbre è causata da infezioni batteriche, sia quando sale in conseguenza della malaria.
L’azione cicatrizzante di questa pianta è sfruttata per sanare piaghe, lesioni, abrasioni e screpolature, mentre i decotti pare siano perfetti per aumentare l’appetito delle neomamme e per aiutarle a produrre latte per il neonato.
E che dire dei suoi fiori? Usati per trattare i sintomi della sifilide, sono considerati l’ideale anche per combattere gli episodi epilettici e gli stati maniacali.
Le azioni terapeutiche dell’Alstonia sono considerate efficaci dalla maggior parte degli studi empirici eseguiti con la pianta. Oltre alle già conosciute proprietà cicatrizzanti e antipiretiche, pare che contribuisca a fluidificare il catarro e a sprigionare un’azione broncodilatatoria.
In omeopatia viene usata per combattere l’irregolarità mestruale, la febbre, la diarrea e, sotto forma di unguento, per trattare lesioni, ferite e piaghe. Alcune ricerche suggeriscono che possa contribuire alla salute dell’utero, ma questo fatto è ancora in via di studio.
Al contrario, sembra che siano ormai accertate le sue proprietà afrodisiache, in virtù del miglioramento dell’attività cardiaca.
Grazie a tutti!
Andrea