Il caffè è la bevanda pausa per eccellenza; spesso una scusa per fermarsi un attimo nelle corse quotidiane e per ritrovarsi a fare due chiacchiere. E si il caffè può essere vista come bevanda olistica, a mio avviso.
Il caffè si ottiene dalla macinazione dei semi del caffè, una pianta diffusa che pare essere stata ritrovata per la prima volta in Etiopia, in una località chiamata Caffa.
Contiene una molecola, detta caffeina, che ha un effetto stimolante: una volta assorbita spinge il cervello a rilasciare sostanza come la dopamina e la noradrenalina, che ci portano ad una maggiore attivazione neuronale. Da qui, il discorso che il caffè ci porta ad una riattivazione mentale, ci migliora la memoria e l’umore.
La dose consigliata è di 4 giorni in assenza di patologie o di situazioni particolari. Pare che in queste dosi ci protegga da malattie importanti, come tumori e malattie cardiovascolari. Se esageriamo rischiamo, però, nervosismo, insonnia, disturbi gastrointestinali, accelerazione del battito cardiaco e ipertensione.
Il caffè al di là del suo essere bevanda con pregi e difetti (come tutto) ha una storia ed una tradizione che può portarlo nel mondo olistico. Il caffè è la pausa dal caos quotidiano, un momento quasi di raccoglimento meditativo quando la giornata si fa pressante, la pazienza vacilla e la voglia di scappare diventa assordante. Ma il caffè è anche tonico per il corpo, perché ci stimola proprio a livello fisiologico, ci porta ad iniziare la giornata con un ritmo più elevato e ci dà quell’energia indispensabile quando siamo ko, lontani e poco concentrati su quel che stiamo facendo. E poi quante situazioni abbiamo risolto davanti ad una tazza di caffè? Quante discussioni evitate, quanti chiarimenti riappacificatori davanti a questa bevanda calda, scura e dal sapore intenso? Offrire un caffè è sempre un modo per tendere una mano, per offrire un attimo di tregua e poi ripartire con altri punti di vista, altre motivazioni, altre buone intenzioni.
Ognuno di noi ha una sua memoria legata al caffè, alla moka, all’aroma diffuso nell’aria. Alla fine è un davvero un concentrato di momenti ed effetti corpo-mente-spirito. Basta come per tutto non abusarne.
Per la Medicina Tradizionale Cinese, il caffè con il suo sapore amaro fa da tonico al Meridiano di Cuore, percorso energetico abbinato all’Elemento Fuoco. Anche secondo questa disciplina antica, l’amaro della bevanda (che, quindi, non andrebbe zuccherata) è in grado di portare tonicità al fisico e alle capacità intellettive. Nel gioco di equilibrio dell’M.T.C., è importante sapere in che dosi possiamo aver bisogno di caffeina e, soprattutto, capire in che momento della giornata ne abbiamo più bisogno. Se al mattino presto può dar fastidio all’apparato digerente, è a metà mattina che diventa importante per carburare meglio e trovare anche le parole giuste per una riunione di lavoro. Troppo amaro e troppo caffè vanno a squilibrare il Cuore: anche qui sottolineiamo come troppe tazzine possono dar origine ad insonnia, nervosismo e tachicardia.
Se siamo tristi e/o di malumore, un caffè potrebbe darci la capacità di svoltare a livello emozionale.
Il caffè è considerato una droga stimolante per il sistema nervoso e per il cervello. Ecco, quindi, che – sempre nelle giuste dosi – i suoi effetti possono portare beneficio all’attività del pensiero che risiede nel sesto chakra. Lungimiranza, intuizione e immaginazione sono le caratteristiche che ci porta il vortice energetico del terzo occhio e che possiamo aiutare con la giusta dose di caffè.
Importante in tutto questo discorso, capire quando il caffè è una necessità, una fonte di benessere e quando, invece, diventa dipendenza. In un discorso olistico, dobbiamo sempre assumere cibi e bevande quando il corpo ce lo richiede veramente e non quando diventa un gioco contorto che fa più male che bene. Quindi, se la nostra bevanda preferita diventa una “droga da crisi di astinenza” dobbiamo domandarci se non abbiamo bisogno di cambiare qualcosa nella nostra vita (dormire di più, fare più sport, lavorare meno…)
Buon caffè!
Elena