Carl Gustav Jung parlava del colorare come una tecnica di rilassamento. Un modo per ritornare bambini, per svuotare la mente, per ritrovare nuovi stimoli e punti di partenza.
Effettivamente la maggior parte di noi non colora più dal tempo delle scuole spensierate; la maggior parte di chi non ha figli/nipoti in casa non abbiamo più neanche pastelli o pennarelli…
Eppure l’azione del colorare ci può dare molto in termine di auto analisi, di autoriflessione, di concentrazione.
In India si sono sempre utilizzati i mandala come rappresentazione della vita, come un modo per cercare di aprirci al mondo, all’universo. La parola mandala in sanscrito significa cerchio, la forma perfetta, senza spigoli, senza angoli.
I “veri” mandala si fanno con sabbia colorata e vanno distrutti una volta finiti per ricordarci che nulla dura per sempre. Neanche e soprattutto le cose brutte, i momenti no, il dolore.
Negli ultimi anni si è cercato di portare il significato complesso ed affascinante dei mandala, nel mondo attuale, dandoci uno strumento per ritrovare noi stessi.
Disegnare da zero un mandala non è da tutti, non si impara in fretta. Ogni segno, ogni tratto ha un suo preciso perché, un suo significato simbolico ed energetico notevolissimo.
Diciamo che noi possiamo semplificarci la vita, iniziando a colorare mandala già fatti, disponibili in vari libri o facilmente trovabili su internet.
Scegliamo il disegno che più ci comunica qualcosa a livello energetico e da lì partiamo a colorare. A me piace colorare con i pastelli, perché mi piace il loro profumo, perché mi piace che premendo di più o di meno il colore diventa più o meno intenso. E poi perché non è che sia un’artista così capace per usare acquerelli o altre tipologie di colori…
La cromoterapia ci insegna che ogni colore ha un suo perché e con i colori possiamo tirare fuori le nostre emozioni, dare loro forma per iniziare ad elaborarle.
Ecco che scegliere un mandala e colorarlo partendo dall’interno all’esterno ci aiuta a fare mente locale sul come davvero stiamo. È importante scegliere istintivamente i colori da usare per poi prenderne atto del significato in un secondo momento.
Il colore ha anche un suo significato soggettivo, ma in linea di massima, se usiamo tanto blu è perché siamo alla ricerca di calma, di fiducia, di tranquillità.
Il nero porterà alla luce le nostre paure, il rosso o l’amore o la voglia di urlare la nostra rabbia.
Il giallo farà emergere la nostra felicità e la nostra forza di volontà, l’arancione trasmetterà entusiasmo e voglia di fare.
Vi sembra una cosa da bambini?
Provateci! Provate a colorare un mandala anche semplice fino in fondo, alternando colori che si porteranno dietro pensieri ed emozioni. Non sarà così facile… d’altra parte da bambini facevamo anche le capriole..
Sapete ancora farle?
Un abbraccio,
Elena
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