La PNL è un sapere complesso e attuabile in più campi, compreso quello olistico. Conoscerne alcune tecniche infatti permette di attuare al meglio il rapporto tra operatore e cliente, in modo da poter lavorare con una finalità condivisa e dichiarata da entrambi.
Un concetto base della PNL è un qualcosa che ritroviamo appieno nel lavoro olistico. Rapport è la capacità di poter stabilire un rapporto di fiducia con l’altro, un mix di ascolto, empatia, comprensione. Per poter comunicare in modo efficace e, quindi, farsi capire e capire cosa ci richiede davvero il nostro ricevente è necessario essere in rapport.
Nel momento in cui riusciamo a creare un rapport di comprensione reciproca il più è fatto. Certo creare questa sintonia è semplice con chi scegliamo come amico, con chi ha la nostra stessa lunghezza d’onda; mentre con altre persone diventa più difficile. A volte ci può sembrare di parlare una lingua diversa, di non usare le parole con il medesimo significato.
Ma per costruire un buon rapport non basta e non serve solo la comunicazione verbale. I nostri gesti, la nostra postura, il nostro spazio di lavoro, il tono della voce e la nostra mimica facciale fanno ancor più delle nostre parole per far sì che chi abbiamo di fronte si senta capito e compreso.
Costruire tutto questo con chi è simile a noi è abbastanza semplice. Il tutto si complica quando non ci troviamo nello stesso stile di vita o nello stesso pensiero di chi abbiamo di fronte. Eppure è proprio in questi casi, dove il rapport è fondamentale. Di prassi la nostra capacità di ascolto, il nostro essere interessati a qualcosa, si attiva nel momento in cui ci riconosciamo in schemi che vengono usati. Ad esempio, se amiamo gli animali ascolteremo volentieri chi ci racconta delle avventure dei propri amici a 4 zampe. Secondo la PNL è come se il cervello ricevesse degli input per capire se attivarsi o meno, e si attiva quando ne vale la pena, se no non spreca risorse.
Tendenzialmente diventa un discorso di allenamento far si che le informazioni ci risultino interessanti, e di conseguenza apparire agli occhi di chi abbiamo di fronte come desiderosi di ascoltarlo ed aiutarlo.
Il primo step, banale, ma non cosi tanto, è ascoltare chi ci arriva in studio. Ascoltarlo con le orecchie, con la testa e con la postura del corpo. Se mentre ci parlano guardiamo in cellulare, ci sistemiamo la casacca, puliamo il lettino non daremo certo l’idea di interessarci a lui, alle sue parole, ai suoi malesseri.
Oltre ad ascoltare per davvero può aiutare la tecnica definita del ricalco: provare ad avere una gestualità simile, un tono di voce simile, magari anche usare frasi fatte che usa sempre la persona. Senza “scimmiottarlo”, ma proprio per far passare sotto traccia il fatto che siamo sulla sua stessa lunghezza d’onda e che, quindi, vogliamo davvero creare un rapporto di fiducia, di empatia.
Perché il lavoro olistico si fa sempre in due e se, a volte, l’empatia non si attiva da sola, dobbiamo aiutarla 😊
E la PNL ci può venire in aiuto!
Un abbraccio!
Elena