Ecco una solanacea che non è arrivata dall’America ma dall’Oriente, con gli arabi.
Come le patate, venne accolta con diffidenza e battezzata «mela insana».
Eppure questo ortaggio, spesso ancora osteggiato, si rivela interessante sia per il gusto lievemente amarognolo ma pieno e cremoso, sia per le proprietà benefiche.
Scegliete esemplari sodi e privi di ammaccature, del tipo lungo e stretto, o tondeggiante, viola chiaro o scuro (esistono anche minimelanzane orientali, di difficile reperibilità) e procedete alla cottura senza la spurgatura sotto sale. Il metodo più pratico è forse la cottura in forno: si mettono le melanzane intere su carta da forno e si cuociono finché non sono morbide; si pelano e si passano al mixer con aglio e olio. Se invece le cuocete affettate, o le stufate tagliate a dadini, non sbucciatele: la pelle contiene sostanze amare ottime per il fegato e il colesterolo.
La polpa stimola anch’essa il fegato, combatte la stipsi e l’anemia.
Alcuni fitoterapeuti, tra cui l’autorevole dottor Valnet, consigliano le melanzane a crudo, mescolate con altre verdure.
Grazie!
Andrea
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