Il nostro corpo parla molto più delle parole; la nostra postura, il modo di sorridere, il dove decidiamo di sederci in un luogo dove altri possono accedere trasmette quanta voglia abbiamo di socializzare.
Ecco, quindi, che nell’ottica di viaggi estivi in treno o di pause pranzo o pomeriggi al parco, scegliere come e dove sederci può favorire nuove amicizie e incontri. Il tutto avviene in modo inconscio, per cui prima osserviamoci per vedere come ci comportiamo veramente e poi, se conscio ed inconscio stridono, proviamo a correggere certi atteggiamenti.
In questi mesi dove diventa più semplice passare del tempo all’aria aperta, ci potremmo trovare nella situazione di vivere il parco cittadino in modo molto più intenso e potrebbe diventare anche un momento di incontro con nuove persone. Purché non ci mettiamo a lanciare chiari segnali di “statemi lontani”.
Se occupiamo, ad esempio, una panchina sedendoci al centro e occupando lo spazio libero con borse o oggetti personali, sarà come dire che non vogliamo nessuno intorno e che ci teniamo ad uno spazio vitale allargato.
Se sulla stessa panchina ci sederemo sul bordo esterno, con lo sguardo intento a quello che stiamo facendo, e il corpo ruotato verso l’esterno della seduta, faremo capire che lasciamo spazio agli altri, ma che non abbiamo voglia di socializzare.
Un segnale, invece, di voler chiacchierare volentieri lo trasmettiamo quando ci sediamo nella metà della nostra panchina, ma non proprio sul bordo, e con lo sguardo che vaga osservando ciò che capita intorno.
La postura del nostro corpo non sarà chiusa o intrecciata e verrà spontaneo a chi passa davanti noi fermarsi a fare due chiacchiere, nella piena spensieratezza estiva.
A me è capitato spesso di trovare gente simpaticissima durante lunghi viaggi in treno. Ma è verissimo che capiamo al volo chi vuole chiacchierare e chi no. Anzi un viaggio in treno è un micro cosmo dove ritrovare tutti i principi teorici della comunicazione non verbale.
Se ci sediamo nel sedile verso il finestrino, con il busto ruotato verso l’esterno e senza mai volgere lo sguardo verso chi arriva, difficilmente invoglieremo ad iniziare la conversazione.
Diverso se ci sediamo verso il corridoio con occhi curiosi, magari regalando un sorriso a chi li incrocia o aiutando prontamente il compagno di viaggio con un bagaglio ingombrante.
Se occupiamo il posto centrale quando lo scompartimento è libero, ci metteremo un po’ a vedere occupati i posti alla nostra destra e alla nostra sinistra: la nostra postura emana un qualcosa di controllo e di comando sulla situazione e arriverà qualcuno a minare il nostro spazio vitale solo quando non ci saranno altri posti liberi.
Il tutto vale, va da sé, se ci sono posti liberi e se abbiamo la possibilità di scegliere dove sederci; il discorso decade se il posto ce lo impone la prenotazione del biglietto.
Spesso accade che una parte di noi voglia socializzare e ci meravigliamo per il fatto di non riuscirci: ricordiamoci che la nostra postura fa tanto e che trasmette il nostro intento più delle nostre parole. Osservandoci e osservando gli altri impareremo molte cose anche del nostro inconscio e dei nostri voleri più istintivi e veri.
Un abbraccio!
Elena