Per coloro che hanno sofferto a causa delle avversità o della cattiva sorte e non riescono a farsene una ragione; si lamentano o sono risentiti poiché giudicano il valore della vita in base al successo. Pensano di non aver meritato pene così grandi, che quanto è loro accaduto è ingiusto e se ne amareggiano. Spesso si disinteressano a ciò che prima amavano fare.
In stato negativo la persona è sempre perennemente arrabbiata con tutto il mondo. Tutti sono responsabili dei suoi problemi.
E’ un brontolone, trova sempre qualcuno a cui dare la colpa.
La persona riporta: “nessuno lo ama”, “nessuno gli vuole bene”, “mi succede di tutto, ma agli altri va sempre bene!”.
E’ amareggiata, e cova anche per decenni senza pensare di essere responsabile.
Si sente sfortunata e vittima del destino. E quindi si attira a sé la sfortuna.
La felicità altrui la disturba e si sente stimolato a trascinare gli altri nel pessimismo e a boicottarli (guastafeste).
Se gli altri sono contenti, fa di tutto per amareggiarli: “fai attenzione perché ti hanno tirato un bidone, quel tipo lo conosco, è un truffatore”. Quando viene a sapere di sventure successe a persone che stavano bene, prova un senso di soddisfazione.
L’intolleranza e il rifiuto si manifestano rispetto a tutto ciò che le ricorda il proprio senso di fallimento e di frustrazione: è ferma sugli eventi che gli hanno creato sofferenza e non li accetta.
Ha la sensazione di essere ingiustamente perseguitata. Si sente senza potere: forte senso di impotenza.
L’immagine che ha di sé è quella della vittima: del destino, della società, della gente . . .
Non riesce a comprendere che ciò che vede fuori è ciò che ha dentro.
Usa l’autocommiserazione e il vittimismo come meccanismo di autogiustificazione e di autoinganno. In questo modo ha un atteggiamento passivo di fronte alla vita.
Sono emozioni permanenti e insidiose, con contenuti razionali.
Ciò che scatena lo stato sono i fallimenti esistenziali, i bilanci negativi di certe situazioni, affronti, ecc.
Nello stato negativo non si è liberi, perché ci si sente incatenati al destino, alla sfortuna, e quindi per tanto che ci si impegni non si è convinti che l’esito dipenda da noi.
La persona soffre: vi è un senso di profondo rancore verso il mondo.
Il rimedio aiuta a prendersi carico della propria responsabilità. Aiuta a considerare le emozioni e le situazioni come concreta possibilità di evoluzione, evitando di sentirsi vittima del destino per non saper collocare e accettare l’evento. Aiuta a liberarsi da vecchi rancori e a vedere nuove opportunità per evolvere. E’ il fiore che porta all’accettazione della guida interiore. Inoltre aiuta ad imparare a giudicare il successo della vita rispetto alle sensazioni interiori, e non secondo criteri materiali.
Prendersi la responsabilità è un atto di libertà. Assumendosi la responsabilità delle proprie azioni ci si rende conto di essere liberi e di poter scegliere. Passo necessario per sviluppare l’accettazione gioiosa del proprio destino.
Grazie!
Andrea
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Memento:
Ci sono delle situazioni in cui il rimanere nel passato ha una valenza patologica importante, è fondamentale capire quando una situazione è lieve e quando invece occorra affidarci a medici esperti.
Come sempre, come per tutti i Fiori, la Floriterapia è adatta a tutti, non crea interferenze con nessuna cura farmacologica.
Mai e poi mai va a sostituirsi ai consigli e alle prescrizioni del tuo medico!!!