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L’epicondilite

Pubblicato da Elena e 4 Novembre 2022
Categorie
  • Anatomia
Tags
  • anatomia
  • epicondilite
  • gomito del tennista

La triste notizia con cui iniziamo l’articolo è che non solo i tennisti soffrono dell’epicondilite o del gomito del tennista! Purtroppo, infatti, è un disturbo piuttosto frequente e che crea un dolore intenso. Alcuni studi dimostrano che interessi circa il 3% della popolazione tra i 25 e i 60 anni. 

Il gomito del tennista

L’epicondilite è una tendinopatia che interessa i tendini che si occupano di estendere dita e polso, nel punto di origine dei tendini che si vanno ad inserire sull’epicondilo laterale omerale. È una problematica degenerativa, che peggiora se trascurata e che inizia per una serie di microtraumi ripetuti o per un sovraccarico della zona, come accade per chi gioca a tennis.

Nel tempo l’epicondilite porta ad una perdita di elasticità del tendine e, oltre al dolore, va a limitare i movimenti di gomito e polso. Il dolore può essere localizzato o irradiarsi a tutto il braccio anche solo al cenno di movimento. Nei casi peggiori l’infiammazione si fa sentire anche a riposo.

Non solo del tennista

Quando si parla di epicondilite il dolore al gomito viene avvertito soprattutto quando estendiamo la mano e cerchiamo di fare una resistenza. Il dolore va a peggiorare nel momento in cui cerchiamo di fare un movimento che coinvolga i muscoli dell’avambraccio. È un qualcosa che nasce, come dicevamo, da un sovraccarico funzionale, ma non pensiamo solo ad attività sportive o lavorative intense.

Questo tipo di infiammazione, infatti, riguarda anche chi lavora con il braccio fermo in una posizione non naturale per troppo tempo… atteggiamento tipico di chi lavora alla scrivania per tante ore al giorno. Un male da pc insomma, ma anche un qualcosa che può interessare camerieri e meccanici. Non importa tanto il peso che si smuove nell’attività lavorativa, quanto il tenere il gomito per ore nella stessa posizione.

Cercare di prevenire

Nel momento in cui l’epicondilite si fa sentire e tanto l’unica è affidarsi al medico e scegliere con lui la terapia migliore tra riposo, farmaci antinfiammatori, fisioterapia, onde d’urto e quant’altro.

Prima di arrivare a quel punto però l’ideale diventa sempre il prevenire! Cerchiamo di non sovraccaricare troppo la zona, non manteniamo posizioni statiche troppo a lungo ed evitiamo di alzare pesi non alla nostra portata.

Un abbraccio!

Elena

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